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Direttore Pietro Pompei: “Alcuni sono facili ad inventare frottole pur di ottenere il loro scopo”

Di Pietro Pompei

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ho avuto sempre una grande  passione per la psicologia e non disdegno di cimentarmi con qualche lettura facile di psichiatria. Il metodo introspettivo è quello che spinge a guardarti dentro ed a cercare una risposta senza intermediari. C’è un interessante libro di Eugenio Borgna, valente psichiatra, dal titolo che è tutto un programma: “Noi siamo un colloquio” Ed io allora parlo con me stesso e talvolta mi immagino morto, mi riduco in pezzi che separati diventano freddi e si autodistruggono, ma non riesco a fare altrettanto con l’immagine dell’io che sopravvive: “Ecco, dico, il perché della risurrezione dei corpi”. Il mio povero lettore, a questo punto, mi accomuna con le “mucche pazze” di cui si faceva  un gran parlare alcuni decenni fa. Tento una sortita televisiva e ti trovo il nostro Ministro della Sanità, speranzoso di nome e di fatto, ci parla di vaccinazioni e di mascherine, lasciando ad altri esperti colleghi di prepararci leggi sulla famiglia, sul matrimonio, sull’aborto, sul genere, sull’eutanasia,  che con il loro fare sornione e di quello che capiscono, vogliono rendere accettabile nel nostro paese, tutto quello che finora è stato proibito. Sono la bocca della verità e della scienza. Capiscono  di scienza, di psicologia, di omofobia, di embrioni, capiscono di pillole del giorno prima e dopo, capiscono  di spinelli e relative “canne” etc.. L’ecstasy non fa più male né vittime. Sarebbe come dare la “libertà” di preparare la corda per uno che si vuole impiccare. E su queste cose trovano plaudenti   gli on.li Zan, Ciranna, la Bonino e tanti altri che al mattino decidono da che parte stare. A proposito di applausi: l’altro giorno quando il presidente Draghi ha calcato sullo Stato laico c’è stato un applauso fragoroso che da tempo non si sentiva in Parlamento, certo non era confessionale, ma non mi si venga a dire che era disinteressato. Un applauso liberatorio che contrariamente al solito l’obiettivo non si è mosso a riprendere..
C’è un nuovo Rinascimento sulle note di “quant’ è bella giovinezza che si fugge tuttavia chi vuol esser lieto sia di doman non v’è certezza”. Quelli di prima dicevano: “ Carpe diem”.   Ci manca solo qualcosa e poi ci daremo alla pazza gioia. C’è già un anticipo nei ristoranti stracolmi e i Bar esterni a dirci con i calici alzati che questa è la vita!!! E le fila dei camion militari… e i quasi 130.000 morti? Non so se il mio lettore è d’accordo, ho l’impressione che tutto sia ben orchestrato per tenere lontano il cittadino dal riflettere sui reali problemi del paese. Ogni tanto scoppia un “petardo” e ci danno ad intendere che stanno facendo la guerra per la nostra “libertà”. “L’acqua va al mare”.

E’ proprio vero, c’è chi capisce tutto e continua a capire e chi, come me, non capisce niente.
Riprendo il libro di Borgna, pagina 150,cap.IV:”Destini divorati dal delirio”. Si va alla ricerca di “parole-chiave” che hanno bisogno di una ridefinizione e una restaurazione radicali del loro senso”. Trovo subito una “parola-chiave” “paranoia” e leggo: “Nel quotidiano universo di discorso “paranoia” intende indicare una condizione psicologica che, al di là della sua realtà clinica (di malattia),sia del tutto estraniata da quello che è “il normale” ordinamento dei valori”. Il mio lettore faccia da solo, non voglio dare del “paranoico ” a nessuno. Tanto fra poco anche “la vita” non solo sul nascere, ma anche nel suo percorso, sta dando fastidio nel suo “normale” ordinamento dei valori. La chicca? L’Eutanasia.

Mi si conceda di essere un po’ ironico:” Forse hanno scoperto la maniera di curare le malattie incurabili”. Ci arriveremo, ci arriveremo, ci faranno bere anche questo. Alcuni sono facili ad inventare frottole pur di ottenere il loro scopo. In passato pur di dar forza ai loro ragionamenti deliranti volevano farci credere che, in fondo in fondo, anche Madre Teresa di Calcutta era per l’eutanasia.
Bisogna che vado ad attingere un “pizzico di sale” dallo scrittore Paolo Mosca per riavere un po’ di ottimismo. Egli in un libro definisce l’Eutanasia: “La presunzione degli intellettuali”. Ed aggiunge:” Lei, la prima di tutte le meraviglie di questo mondo: la vita. Ci appare in tutta la sua bellezza proprio mentre ci sta sfuggendo. Quanti anni sprecati, quante meschinerie inutili, quante lune buttate via senza sognare. No l’eutanasia sarebbe la mia ultima presunzione. Sono una piccola, impotente creatura di un universo infinito e miracoloso. Accetto di chiudere gli occhi quando vorrà il vento del destino. Nell’attesa, guardo la luna, e sogno”.

Pietro Pompei

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