I vescovi ammettono di comprendere e le responsabilità del governo, che “ha cercato di adottare misure per alleviare queste difficoltà” ma “le persone hanno il diritto di esprimere i propri bisogni, desideri e speranze e, a loro volta, di esprimere pubblicamente come alcune misure prese li stiano colpendo seriamente”. “È necessario che ogni persona contribuisca con la propria creatività e iniziativa – affermano – e che ogni famiglia lavori per il proprio benessere, sapendo che quando questo è possibile si sta lavorando per il bene della nazione”. In questo momento, proseguono, “ci preoccupa che le risposte a queste istanze siano l’immobilità, che contribuisce a dare continuità ai problemi, senza risolverli”. “Non solo le situazioni peggiorano – sottolineano -, ma si va anche verso una rigidità e un indurimento delle posizioni che potrebbero generare risposte negative, con conseguenze imprevedibili che danneggerebbero tutti noi”. Citando Papa Francesco ricordano che “le crisi non si superano con il confronto ma cercando la comprensione”. “La violenza genera violenza – scandiscono -, l’aggressività di oggi apre ferite e alimenta risentimenti futuri che ci vorrà molto a superare”. Perciò invitano tutti “a non favorire la situazione di crisi, ma con serenità di spirito e buona volontà ad esercitare l’ascolto, la comprensione e l’atteggiamento di tolleranza che tiene conto e rispetta l’altro, per cercare insieme soluzioni giuste e adeguate”.