“Chiediamo la ripresa dei servizi idrici ed elettrici e la protezione dell’accesso dei civili all’acqua e ai servizi igienici. Ricordiamo a tutte le parti che le stazioni idriche sono infrastrutture civili che dovrebbero essere sempre protette. Continuiamo a chiedere a tutte le parti di fornire un passaggio immediato sicuro, regolare e senza impedimenti al personale tecnico e umanitario affinché la stazione idrica di Alouk possa tornare a operare senza ulteriori interruzioni”. È quanto chiedono, in una dichiarazione congiunta, il coordinatore residente delle Nazioni Unite e coordinatore umanitario per la Siria, Imran Riza, il suo omologo regionale per la crisi in Siria, Muhannad Hadi, e il direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa Ted Chaiban, a seguito delle “persistenti interruzioni dei servizi di base per i civili in Siria” in particolare quelle alla stazione idrica di Alouk, fondamentale, nel nordest della Siria. Interruzioni che, ribadiscono i tre rappresentanti umanitari, “devono finire. Dal novembre 2019, la stazione idrica di Alouk, che fornisce direttamente acqua pulita a circa 460.000 persone è stata danneggiata almeno 24 volte. Dal 23 giugno, la stazione ha smesso di operare a causa di una serie di fattori, fra cui l’accesso ridotto dei tecnici per la manutenzione e le riparazioni ed elettricità non sufficiente, limitando l’accesso all’acqua nel governatorato di Al-Hasakeh. In totale, fino a 1 milione di persone ne subisce le conseguenze, comprese molte fra le famiglie sfollate più vulnerabili che vivono in campi e insediamenti informali”. Le notizie riportate da Riza, Hadi e Chaiban parlano di “famiglie” che “stanno ricorrendo a fonti d’acqua potenzialmente non sicure o a un consumo di acqua limitato, che potrebbero contribuire alla diffusione di una serie di malattie legate all’acqua potenzialmente letali e minacciare ulteriormente la già fragile sanità pubblica. Mentre i casi di Covid-19 continuano ad essere una minaccia, con una limitata disponibilità di vaccini, un adeguato e sostenuto accesso all’acqua sicura e a servizi igienico sanitari rappresenta una prima linea critica di difesa per arginare la trasmissione della pandemia”. Servizi base a rischio anche in altre zone della Siria, nel nord est negli ultimi mesi, a causa di tagli all’elettricità nelle città di Ral al-Ain, Al-Hasakeh, Ar-Raqqa, Deir-Ez-Zor e in altri posti. Tagli che hanno un impatto sul funzionamento delle infrastrutture di base dei civili, compresi ospedali e strutture sanitarie.

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