di Marco Guerra – Vatican News
Si continua a parlare di vittime e di sofferenza nelle acque del Mediterraneo. Almeno 17 migranti, originari del Bangladesh, sono morti annegati davanti alle coste tunisine nel naufragio di un barcone, in cui oltre 300 persone sono state salvate dalle unità navali di Tunisa e Libia.
Tunisia e Libia, affondano i barconi nel silenzio
La notizia è stata diffusa oggi dalla Mezzaluna Rossa tunisina, che ha riferito che le vittime sono morte perché, avendo pagato meno i trafficanti, viaggiavano nella stiva dell’imbarcazione e sono rimaste soffocate dal fumo quando il motore ha preso fuoco. Il barcone era partito lunedì notte da Zouara, in Libia, diretto verso l’Europa ed è affondato davanti al porto tunisino di Zarzis. Sempre oggi sedici tunisini, fra cui una donna e un minore, sono stati soccorsi dalla Guardia costiera a 12 miglia a Sud da Lampedusa. Un’altra strage di migranti a largo della Libia è stata invece denunciata da Safa Msehli, portavoce dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), che ha riferito di 20 persone annegate e altre 500 intercettate e riportati nel Paese del Maghreb e condotti al centro di detenzione Mabadi a Tripoli.
Oim: centinaia di migranti riportati in Libia
Le circostanze sulla morte delle persone non sono chiare, ha detto Msehli, sottolineando che il barcone su cui viaggiavano era sovraffollato. Da mercoledì sono sette le barche intercettate al largo della Libia, secondo la portavoce. Nei mesi recenti i tentativi di attraversamento del Mediterraneo sono aumentati: secondo Amnesty International nei primi sei mesi dell’anno oltre 7mila persone sono state intercettate e rinchiuse nei campi di detenzione in Libia. “La situazione nel Mediterraneo centrale è una crisi umanitaria, siamo a luglio e abbiamo già superato il numero di persone intercettate nell’intero 2020”, ha detto la portavoce dell’Oim.
A Bruxelles interrotta la protesta dei migranti
Sempre in tema migrazioni si segnala inoltre l’interruzione dello sciopero della fame dei migranti senza permesso di soggiorno che si erano accampati nella chiesa di San Giovanni Battista al Beghinaggio e in due siti universitari di Bruxelles. “Ieri e oggi ci sono stati incontri con il governo e siamo riusciti a predisporre degli accordi che non sono ancora stati convalidati. Speriamo che lo siano”, hanno spiegato i rappresentanti degli oltre 450 ‘sans papiers’.
Intanto la Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ifrc) ha annunciato l’inizio della collaborazione con l’equipaggio della Ocean Viking, la nave di soccorso di Sos Mediterranee, per fornire assistenza salvavita alle persone in difficoltà.
Rocca (Ifrc): chiediamo sostegno ai donatori
Il presidente della Federazione internazionale, Francesco Rocca, spiega in una nota che “è inaccettabile che la gente continui a morire in mare, alle porte dell’Europa: questo è un chiaro fallimento della comunità internazionale”. “Ecco perché abbiamo deciso di nuovo di portare in mare il nostro sostegno vitale di emergenza – prosegue – e chiediamo ai nostri partner e donatori di sostenere questa operazione”. La Croce Rossa ricorda che circa 800 persone sono morte su quella rotta mentre cercavano di raggiungere l’Europa nella prima metà del 2021, il triplo, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ed è probabile che il numero effettivo delle vittime sia molto più alto.
Il team medico-sanitario
L’equipaggio Sos Mediterranee di professionisti della ricerca e del soccorso sarà affiancato da un team IFRC a partire da agosto 2021 che fornirà supporto post-soccorso, supporto psicologico, cibo, vestiti, coperte, articoli da toilette e informazioni alle persone che sono state portate in sicurezza a bordo della Ocean Viking. Il team dell’IFRC includerà medici, un’ostetrica e professionisti in grado di fornire supporto psicologico e di assistere coloro che sono particolarmente vulnerabili e hanno bisogno di una protezione extra, come i minori non accompagnati e le vittime del traffico di esseri umani. Per sostenere l’operazione la IFRC ha lanciato un appello di emergenza di due milioni di franchi svizzeri.
Della Longa (Ifrc): ripristinare missioni Ue
“Nei primi mesi del 2021 c’è stato un aumento esponenziale delle vittime nel Mediterraneo centrale per questo abbiamo deciso di portare la nostra frontiera umanitaria lì dove c’è più bisogno”, spiega a Vatican News il portavoce delle Federazione internazionale della Croce Rossa, Tommaso della Longa. “Chiediamo all’Ue – prosegue – di non lasciare soli i Paesi membri che si affacciano sul Mediterraneo, le persone che arrivano in Italia, Spagna, Grecia e Malta pensano di entrare nell’Unione e non nei singoli Stati nazionali”. Della Longa rilancia quindi la richiesta dell’IFRC di ripristinare le missioni di ricerca e soccorso sotto la bandiera dell’Ue.
Numeri in aumento
Il portavoce della Federazione internazionale della Croce Rossa parla anche delle attività su tutto il percorso delle migrazioni, dai Paesi di origine a quelli transito fino a quelli di arrivo: “Al netto dei numeri che possono aumentare durante l’estate non possiamo restare a guardare quello che succede nel Mediterraneo”.