Che cosa chiediamo al Signore? Per cosa lo preghiamo? Cosa vogliamo da Lui?
Gli Israeliti, nel deserto, rimpiangono la pentola della carne e il pane abbondante di cui avevano disponibilità in Egitto, quando erano ancora schiavi. Si lamentano con Mosè, con Dio della scarsità di cibo a loro disposizione. Il Signore, sempre in ascolto del suo popolo, provvede alla loro fame con quaglie e manna ogni giorno…e lo farà per quarant’anni!! Ma sappiamo come la storia andrà avanti…con il popolo che continuerà a lamentarsi, a ribellarsi, a non essere soddisfatto.
Nel Vangelo troviamo Gesù sempre più circondato dalla folla, soprattutto dopo il miracolo dei pani e pesci.
Egli sembra rimproverare tutta questa gente, attirata a Lui, forse, solo dal semplice fatto di essere stata sfamata, di aver visto risolvere un suo problema, di aver visto appagare, senza fatica, un suo bisogno. Infatti si rivolge a loro così: «Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati». E il Signore, a questo punto, richiama quella folla e richiama anche noi: «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà». Vale a dire “cercate ciò che veramente può saziare il vostro cuore, può dare corpo e sostanza all’anelito infinito di felicità che è dentro ciascuno di voi e può saziare il vostro desiderio e non solo il vostro bisogno immediato.
«Gli dissero allora: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”», ovvero “che cosa dobbiamo fare per avere questo “pane che sfama per l’eternità?
Non è questione di fare, compiere, realizzare…è questione di credere, aderire, scegliere.
«Gesù rispose loro: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”». Fidarsi, affidarsi a colui che ci dice «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
C’è una fame “più grande”, fame di amare e essere amati, fame di felicità e di pace per noi e per gli altri, fame di Vita più intensa, eterna.
Una fame che non può essere appagata se non, e ognuno secondo la propria strada e la propria chiamata, aderendo corpo, anima, cuore e mente a Cristo, alla sua Parola, credendo al suo desiderio grande di ”vederci” colmati di ogni bene, di ogni benedizione, di vederci seguire i passi della Vita vera e bella. Questo, ci dice San Paolo, è «l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità».