GROTTAMMARE «Avevo più o meno 15 anni quando accompagnai una mia cara amica a fare una trasfusione di sangue; quel giorno seduta in quel centro trasfusionale mi sono ripromessa che anch’io avrei voluto contribuire ad aiutare qualcuno». Sono le parole di Francesca, oggi ventisettenne e da alcuni anni socia dell’Avis comunale di Grottammare, che racconta la sua esperienza da donatrice. «La mia prima donazione l’ho fatta il 5 dicembre 2019, aspettavo quel momento da tantissimi anni. Ho incontrato delle persone che mi hanno indirizzato, spiegato come fare e accompagnato a fare le prime analisi e visite per poi iniziare a donare. Tornassi indietro lo rifarei altre 1000 volte; tuttora continuo a donare due volte all’anno e ogni volta è una grande emozione».

«I miei fratelli e mia madre – racconta Lorenzo, 24 anni, anche lui socio Avis di Grottammare – mi hanno fatto conoscere il mondo Avis, essendo anche loro donatori. Anche se devo ammettere che già da qualche tempo avevo iniziato a nutrire l’idea di donare, essendo un gesto che in poco tempo ti permette di contribuire a salvare delle vite e migliorare il servizio sanitario. Al di là del gesto di altruismo essere donatore Avis significa anche essere costantemente controllato, avendo a disposizione gratuitamente esami del sangue, con valori che vengono analizzati ad ogni donazione e quelli più specifici annualmente, ci si responsabilizza sapendo che bisogna avere uno stile di vita sano per poter donare. E poi si conoscono persone nuove che diventeranno amici e amiche, con dei valori comuni, e questo ti fa sentire parte di una comunità».

Sono 224 le donazioni di sangue registrare nel 2020 dall’Avis comunale di Grottammare, con una flessione del 15% rispetto al 2019. Sono invece 47 le donazioni di plasma, con una flessione, rispetto al 2019, del 20%. «Questa flessione nelle donazioni – spiega Mirco Piersimoni presidente dell’Avis comunale di Grottammare – non è riconducibile direttamente alla pandemia, ma piuttosto al fatto che il centro trasfusionale di San Benedetto, dove tutti i nostri donatori si recano, è rimasto chiuso per circa due mesi, essendo stato trasferito, ed attualmente si trova in una sede provvisoria esterna all’ospedale Madonna del soccorso. Nei primi sette mesi del 2021 le donazioni hanno mantenuto un andamento coerente con quello registrato prima della pandemia, e questo dimostra che il calo registrato nel 2020 è dovuto esclusivamente all’inoperatività del centro trasfusionale».

Sono 184 i donatori attivi registrati nel 2020, uno in più rispetto all’anno precedente. «Questo dato è preoccupante – prosegue Piersimoni – e la tendenza del 2021 non è confortante da questo punto di vista: c’è stato un drastico calo di aspiranti donatori, inoltre chi si era autosospeso dalle donazioni non ha ancora ripreso a donare. Un’effetto sicuramente riconducibile alle ansie e ai timori provocati dalla pandemia che disorientano gli aspiranti donatori e scoraggiano i donatori meno motivati. Mentre i donatori abituali hanno continuato a donare con grande spirito di altruismo e fiducia negli operatori del servizio trasfusionale. Nel complesso la nostra comunale ha retto bene all’impatto emergenziale, e questo grazie ai nostri donatori che hanno contribuito a mantenere costanti i livelli di donazione nonostante le difficoltà. Quello che è venuto a mancare a causa della pandemia, e che speriamo di tornare a fare presto come consiglio direttivo, è la promozione del dono sul territorio e nelle scuole nonché il lavoro di supporto ai donatori».

 

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