di Maria Elisabetta Gramolini
Per lottare contro il virus serve una vaccinazione globale, specie nei Paesi più poveri. È proprio dove il vaccino non è ancora diffuso che nascono le varianti. A ribadirlo è Massimo Ciccozzi, responsabile Statistica medica e epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio Medico di Roma. In Italia invece, secondo l’epidemiologo che con la sua equipe a febbraio dello scorso anno ha isolato la prima variante del virus affacciata in Europa, bisogna battere sulla corretta informazione. E i no vax? “Quello che è importante fare adesso – suggerisce -, non è tanto convincere i no vax, ma dare informazioni corrette soprattutto agli over 50 ancora indecisi”.
Professore, crede che faremo tutti gli anni il vaccino anti Sars-Cov 2?
Nei primi tempi probabilmente sì, finché non diventerà una virosi. Il problema però sono i Paesi più poveri che non possono vaccinarsi. Dobbiamo produrre e distribuire i vaccini in questi Paesi dove possono nascere nuove varianti.
Chi è ancora scettico riguardo ai vaccini afferma che la variante Delta, oggi prevalente in Italia, si sia manifestata per via dell’aumento dei vaccinati. Il virus infatti si sarebbe mutato come conseguenza.
Non è assolutamente vero. È fuori discussione che non si possa obbligare la popolazione a vaccinarsi, ma bisogna ripetere che con il vaccino si protegge se stessi e anche gli altri. Noi scienziati cerchiamo di dare le informazioni più corrette possibili, ma c’è sempre il libero arbitrio che suggerisce alla coscienza cosa fare. Le varianti si generano per mutazioni casuali che il virus genera per scappare alla pressione del sistema immunologico dell’uomo. La maggior parte delle mutazioni le perde perché sono inutili, ma quando gli danno un vantaggio, come in questo caso che diventa più contagioso, le trattiene e si sviluppa la variante. Non è la prima variante. La prima è stata la DG614, scoperta all’Università Campus Bio Medico di Roma a fine febbraio 2020, che ha provocato il lockdown in Italia. Ne sono seguite altre battezzate con il nome del luogo dove sono nate. La peculiarità di ogni variante è di essere più contagiosa della precedente. Il vaccino non c’entra nulla con la variante, che invece circola perché ci sono ancora persone non vaccinate. La prossima lotta sarà contro le nuove varianti che possono inficiare i vaccini.
Varianti contro cui i vaccini non sono efficaci?
No, i vaccini sono efficaci ma come stiamo vedendo ci si può infettare nel 23% dei casi anche con doppia dose. I vaccini tagliano il filo che congiunge l’infezione alla malattia. Ecco perché continuiamo a indossare la mascherina.
Altra convinzione degli scettici e dei no vax è che la campagna vaccinale sia una sorta di sperimentazione dei farmaci sulla popolazione.
La piattaforma su cui sono stati studiati i vaccini era già esistente, la sua peculiarità è la malleabilità. Infatti potremmo produrre un nuovo vaccino contro una nuova variante in due mesi. Quello che è importante fare adesso, non è tanto convincere i no vax ma dare informazioni corrette soprattutto agli over 50 ancora indecisi.
L’eterologa, la vaccinazione con due tipi diversi di vaccino, per esempio, dai critici è stato detto non fosse efficace o non abbastanza sicura.
No, la forza dell’eterologa è proprio quella di stimolare il sistema anticorpale con due diversi tipi di vaccino. Forse non si ricorda che in Italia l’eterologa è stata utilizzata con successo contro l’epatite B, e la A, nel vaccino esavalente dei bambini e in Puglia contro la polio.
Terza dose sì o terza dose no anche in Italia?
Credo sarà necessaria solo per gli over 65 e i pazienti fragili, anche se l’Ema non dà ancora il via libera. Per ora solo Israele e Germania la stanno somministrando ma si tratta di una politica dei due Paesi. Vediamo come andrà a settembre. Non credo ci sarà un’ondata perché saremo vaccinati e non sarà come a settembre 2020.
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