di Daniele Rocchi
Secondo i dati dell’European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione europea, spetta alla Grecia, per il momento, il primato europeo per numero di ettari, più di 100 mila, divorati dagli incendi, 586 registrati in tutto il Paese, con enormi danni nell’area forestale di Parnitha, nei dintorni di Atene, e a Messinia, nel Peloponneso. Si tratta degli incendi più distruttivi e devastanti dal 2007. Secondo le autorità, oltre che alimentati dall’ondata di caldo, la più grande degli ultimi 30 anni, i roghi sarebbero in parte anche di origine dolosa. È soprattutto a Evia, grandissima isola alberata posta a 200 km a est di Atene, che si registrano i danni maggiori. Fonti della Caritas locale hanno dichiarato al Sir che “la parte nord dell’isola è ‘praticamente’ morta perché gli abitanti non solo hanno perso le loro abitazioni ma anche le loro attività lavorative tutte basate sullo sfruttamento di boschi e foreste”.
Situazioni precarie si registrano anche nella regione montuosa di Gortynia nel Peloponneso, ricca di vegetazione, e nell’Attica. Almeno 2mila le persone evacuate ma il bilancio dei danni è ancora provvisorio. Il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis ha annunciato risarcimenti fino a 150 mila Euro per quanti hanno perso le loro case a causa degli incendi, oltre ad un’esenzione temporanea dagli obblighi fiscali e finanziari. Previsti sussidi per l’affitto di case e per necessità immediate. Si tratta di misure che rientrano in un piano per risarcire nella misura del 70% le perdite subite dalle persone colpite.
Chiesa cattolica in prima linea. Subito attiva Caritas Hellas che ha coinvolto le Caritas diocesane per raccolta e la consegna di aiuti e generi di prima necessità, in collaborazione con i Comuni. A guidare la risposta a livello locale sono Caritas Atene (latini), Caritas Divina Provvidenza (bizantini) e Caritas degli Armeni cattolici, tre organismi caritativi che fanno capo ai riti cattolici presenti nel Paese ellenico. Tra le prime azioni che verranno presto messe in campo quelle relative al “supporto psicologico alla popolazione colpita”, insieme all’aiuto nel “recupero e nella ri-emissione di documenti distrutti dagli incendi, nella compilazione delle domande di sussidi statali, accompagnamento delle persone più vulnerabili”. Al vaglio con le diocesi la disponibilità di alloggi a breve termine per gli sfollati e il coinvolgimento di volontari e personale vario nell’assistenza alle famiglie, nella pulizia e nel ripristino delle loro case, delle strade e delle scuole. Prevista anche la fornitura di attrezzi, come motoseghe e pale, per lo smaltimento di alberi bruciati, immondizia e detriti e di elettrodomestici grazie a donatori e aziende private.
“Le ultime notizie parlano di situazione ancora grave anche se non sembrano esserci più fronti attivi di incendi, grazie anche alla pioggia caduta la scorsa notte” dichiara al Sir Federico Rossi, che coordina i volontari del centro giovanile della chiesa cattolica armena sostenuto dall’Associazione italiana di Promozione Sociale (Aps) ‘Neos Kosmos’. Tra questi anche giovani rifugiati siriani accolti in questo centro multietnico che lavora per l’integrazione di rifugiati nella società greca. “Stiamo elaborando un programma trimestrale con Caritas Atene. Sono in corso dei sopralluoghi da parte del team Caritas nei luoghi degli incendi per mettere a punto risposte mirate ai bisogni della popolazione. L’idea è quella di partire con le zone più vicine alla capitale Atene, nell’Attica, nel Peloponneso e nell’isola di Evia. Primo step sarà l’invio di assistenti sociali per stilare un elenco preciso di bisogni”.
Gara di solidarietà. Nel frattempo, spiega Rossi, “stiamo assistendo ad una gara di solidarietà spontanea alimentata anche dalle reti social. Con le ragazze del nostro centro abbiamo portato moltissimi beni di prima necessità nel punto di raccolta aiuti di Atene e collaborato al carico dei camion destinati alle zone colpite. Si sta muovendo – conclude – una enorme macchina di solidarietà anche in reazione alla presunta incapacità delle Istituzioni denunciata da molti sui social”. Prossimamente Caritas Hellas lancerà un appello per raccogliere fondi attraverso la rete di Caritas Internationalis.
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