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Il Bangladesh piange padre Berutti, una vita dedicata ai più poveri

da Vatican News – Giancarlo La Vella

La vita di padre Giulio Berruti è uno di quei piccoli grandi miracoli attraverso i quali in tanti hanno potuto cambiare la propria vita. Il sacerdote si è spento a Dacca, in Bangladesh, a causa del Covid-19 all’età di 77 anni. Arrivò nel Paese asiatico nel 1972, poco dopo la guerra di indipendenza dal Pakistan, che causò dolore e carestia nella popolazione. Ancor oggi il Bangladesh è uno dei Paesi più poveri al mondo. Padre Giulio venne inviato in questa terra di missione in cui esprimere carità, condivisione e amore proprio verso i più derelitti. Milioni le famiglie, strappate all’usura, che hanno ritrovato la speranza di un’esistenza migliore grazie alla sua iniziativa del microcredito, con cui hanno potuto avviare piccole iniziative economiche e produttive. Le cosiddette banche dei poveri, ha detto a Radio Vaticana-Vatican News, padre Michele Brambilla, superiore regionale del Pime in Bangladesh, hanno consentito a tanti, attraverso piccoli prestiti, di acquistare piccoli terreni, avviare produzione di riso, lavorare nella riparazione delle biciclette, mezzo di locomozione diffusissimo in Bangladesh, e tanto altro.

Un’altra lodevole iniziativa di padre Berutti, ricorda padre Brambilla, è quella dell’assicurazione sanitaria. Con pochi soldi, pari a circa tre euro all’anno, i più poveri hanno potuto avere, e hanno ancora oggi, accesso pressoché gratuito a cure mediche presso l’ospedale diocesano. Il nosocomio, grazie all’iniziativa del missionario, è diventato anche sede di studio per dottori e infermieri con corsi di formazione per i giovani locali che sono stati avviati alle professioni mediche. Si tratta di iniziative rivolte soprattutto alle fasce tribali che di solito sono relegate ai margini della società bengalese.

Padre Berutti, sottolinea Brambilla, ha speso la sua vita nel guardare ai poveri. Questo principio era il centro della sua predicazione e della sua attività concreta, una carità portata avanti con piccoli e grandi gesti, come ad esempio studiare la matematica in bengalese per spiegarla poi ai bambini delle scuole locali. Tenacia e perseveranza, conclude il superiore regionale del Pime ricordando gli insegnamenti di padre Berutti, devono sempre essere al servizio dei meno abbienti. Si deve essere vicino ai poveri non solo a parole, ma con atti tangibili, che innescano un processo virtuoso di miglioramento sociale.