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Invidia, cosa dice la Chiesa?

RUBRICA Pausa Caffè- Dopo aver sorbito la nostra consueta tazzina da caffè c’è stata occasione al momento di lavare e riporre la tazzina, di osservare il fondo di caffè depositato sul fondo.. la forma a cuoricino ci ha fatto sorridere e pensare alla superstizione.

Fin dall’antichità l’uomo ha sempre cercato di spiegarsi i fenomeni e gli accadimenti osservando la natura e  “segni” che oltre il reale, potessero “influenzare” gli eventi o leggere il futuro. La forma particolare di una nuvola, un ramo storto e sinistro di un albero, un fiore dalla forma inconsueta. Ma l’invidia? E’ il primo peccato, quello per cui Lucifero (Isaia 14,11-15), quando era un arcangelo, si ribellò a Dio sentendosi un suo pari. Ma l’invidia è anche quella di Caino che guarda Abele (Genesi 4, 17-24). L’invidia è sempre un peccato di inferiorità, di insicurezza  e di “ammirazione” malata. Ne scaturisce l’odio, la voglia di distruggere la persona che si ritiene superiore, così da poterla sostituire. La conseguenza dell’invidia però è l’autodistruzione, l’amarezza, la scontentezza, il tormento quindi l’invidia non disseta, ma fa sentire eternamente assetati come in un deserto.

Molti, anche giovani (sic) vanno a farsi “ passare l’invidia” credendo che una goccia di olio in un piatto pieno d’acqua possa rivelare un “malocchio” uno sguardo e si prestano con vari rituali dalla “magara” di turno, a farselo “portare via”.

Ma esiste l’invidia? Che cos’è la superstizione? Lo abbiamo chiesto a Don Federico Pompei. “Dobbiamo distinguere tra Fede, Devozione e Superstizione – ci ha risposto – La Fede genera la Devozione, che , attenzione – in qualche caso può sfociare nella Superstizione, che è una deviazione della Fede, perché crede a qualcosa che sta “sopra” ( dal latino “super”, appunto), sopra ad ogni cosa e quindi anche sopra a Dio. Se Dio viene sostituito dalla superstizione – ha continuato Don Federico- non stiamo andando verso la Luce, ma verso le Tenebre. Cosa c’è nelle tenebre ? Il buio. Ma il buio non si scaccia con il buio, ma con un fiammifero.. o no?” .

Effettivamente l’esempio è calzante. Ringraziamo Don Federico Pompei per queste delucidazioni e facciamo una riflessione mentre laviamo la nostra tazzina da caffè.

Se l’uomo è nella Luce, cioè se è illuminato da Dio, perché cercare nel buio risposte ? Quindi ad avviso di chi scrive, la Fede in Dio e la Superstizione sono inconciliabili, come due calamite uguali che si respingono. Ovvio il male esiste, ma se siamo illuminati, nulla può toccarci, nessun amuleto, nessuna oggettistica di protezione ( Salmi, 90-106) “…Tu che abiti al riparo dell’Altissimo e dimori all’ombra dell’Onniptente….(2, 3).. ( Dio) Ti coprirà con le sue penne sotto le sue ali troverai rifugio (5)..Non temerai i terrori della notte ne’ la freccia che vola di giorno…Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; Ma nulla ti potrà colpire (8) ..Poichè tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora. Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli darà ordine ai suoi Angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. .Sulle loro mani ti porteranno perchè non inciampi nella pietra il tuo piede. Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi ( 14, 15, 16)“.

Non sono dunque gli oggetti a portare fortuna, ma siamo noi stessi se siamo contornati dall’aura di Dio e soprattutto preghiamo, in particolar modo la Vergine Maria, che ha una potenza “speciale” per sconfiggere il male, attribuitole da Dio.

Il pensiero si perde perché queste riflessioni non sono semplici ne’ questa è la sede adatta, essendo una rubrica volutamente leggera.

Chi volesse interagire con l’autrice può scrivere a : susanna.faviani@gmail.com oppure scrivere o fare domande al numero wapp di redazione: 371 1715065. Al prossimo sabato con un’altra meravigliosa avventura di “Pausa Caffè”  attraverso riti e usanze del passato contadino e marinaro, per.. sorridere un po’!

 

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 ad oggi scrive su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare.