Elvira Ragosta – Vatican News
Dopo che l’ultimo aereo statunitense decolla da Kabul, poco prima di mezzanotte, i talebani sparano in aria per celebrare la partenza americana. “La missione militare e’ finita. Una nuova missione diplomatica è cominciata” ha detto in serata segretario di stato Usa Blinken, annunciando lo spostamento della sede diplomatica a Doha e dicendosi disponibile a lavorare con i talebani “se manterranno gli impegni”.
Onu: proteggere e aiutare i civili
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato, con l’astensione di Russia e Cina, una risoluzione in cui si chiede la protezione dei civili e dell’aeroporto di Kabul. Manca nel testo la ‘zona di sicurezza’ chiesta dal presidente francese Macron, ma si riafferma “l’importanza di sostenere i diritti umani, compresi quelli delle donne” e si chiedono maggiori sforzi per fornire assistenza umanitaria, consentire un’uscita “sicura” dal paese e permettere un accesso senza ostacoli alle Nazioni Unite. L’Onu chiede anche che il Paese non diventi una base per il terrorismo.
Isis rivendica lancio di razzi su Kabul
Per il Pentagono, in Afghanistan ci sono almeno 2000 combattenti “irriducibili” dell’Isis, che ha rivendicato il lancio di sei razzi sullo scalo di Kabul. Gli Stati Uniti hanno confermato l’attacco, non andato a segno, parlando però di cinque razzi, di cui tre caduti fuori dall’aeroporto, uno neutralizzato dal sistema antimissili americano e un altro precipitato dentro il perimetro dello scalo, ma senza causare danni.
Unhcr: ora inizia la crisi dei rifugiati
Resta alta la preoccupazione per la situazione umanitaria nel Paese. “Una crisi più ampia è appena iniziata” in Afghanistan e per i suoi 39 milioni di abitanti, ha detto Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Fino a 500.000 afghani potrebbero fuggire dal Paese e l’Unhcr ha ribadito l’appello affinché le frontiere rimangano aperte e più Paesi condividano “questa responsabilità umanitaria” assieme a Iran e Pakistan, che ospitano già 2,2 milioni di afghani.
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