Di P. Silvano e P. Leopoldo

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Regalati una giornata all’abbazia di Valledacqua per nutrire insieme una Nuova Speranza!” E’ stata questa la ragione per la quale quarantacinque persone si sono ritrovate domenica 5  settembre a Valledacqua, animate da P. Leopoldo Cristinelli e P. Silvano Nicoli, per ossigenare a  livello affettivo, spirituale e fraterno la propria vita personale e di gruppo.

Perché a Valledacqua?
La diffusione del monachesimo nelle Marche ha storicamente caratterizzato il territorio,  attraverso la costruzione di abbazie, eremi e monasteri nei quali il ‘moderno pellegrino’ può  trovare ancora oggi una dimensione favorevole alla ricerca di se stessi e del senso della vita. I  monasteri sono dunque i luoghi dove la luce della speranza e della vita può rinascere: sono i luoghi  dove s’incontra la pace. 

Immerso fra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti  della Laga sorge il Monastero di San Benedetto in Valledacqua risalente al 970 d. C. Nasce dai resti dell’antica Abbazia dei monaci di Farfa, costruita alla fine del X secolo, di cui sono  ancora ben visibili gli affreschi riscoperti sulle pareti della chiesa. La facciata molto semplice  presenta una torretta a vela risalente con tutta probabilità al secolo XIII. 

Il sisma del 1972 ha danneggiato profondamente l’intero complesso che poi, grazie ai restauri del  2002, è recentemente tornato ai suoi antichi splendori. Ha ospitato fino dal 2002 al 2017 una  comunità femminile di Monache Camaldolesi. Oggi sono presenti due monaci : il priore p.  Francsco Guglietta e un suo confratello, impegnato come iconografo. Portano avanti la loro scelta  vocazionale monacale con un orario ben scandito da momenti forti nella preghiera personale e  comunitaria, condivisione fraterna, ascolto della Parola di Dio. Aperti a disponibilità per  accompagnamento spirituale e vocazionale per persone e famiglie, condividono con loro momenti  di preghiera e di ascolto della Parola con la “lectio divina”.  

Le proposte che i due animatori offrono attraverso incontri , pellegrinaggi e giornate di  “spiritualità”, tengono presenti tre realtà indispensabili : la storia, la Bibbia e l’archeologia. I  contenuti che vengono offerti alla riflessione, la preghiera, la meditazione della Bibbia, l’ascolto, il  silenzio, la liturgia sono indispensabili per conoscere e illuminare la nostra storia , dare senso e  prospettiva al nostro vivere. Sentirci persone che vanno oltre le emozioni e devozioni (per quanto  abbiano anch’esse elementi validi da discernere !), accettano di “pensare e cercare “. Storia e  messaggio religioso sono intimamente intrecciati nella Parola di Dio . 

E’ quanto ha segnato la nostra Giornata di Spiritualità che ha visto nella prima parte il “cammino simbolico di popolo “ verso la Chiesa per la celebrazione dell’Eucaristia. L’omelia è offerta  attraverso la contemplazione – offerta da p. Leopoldo- dell’icona della Trasfigurazione (scuola di  Novgorod, XV sec.). Sono stati evidenziati alcuni aspetti particolari dell’icona : il senso della luce e  della gloria che emana dall’abito del Cristo,che rimanda alla veste battesimale , quale abito di  trasfigurazione e salvezza da ricuperare per vivere; la voce del Padre che esorta all’ascolto del  “Figlio- amato” nel quale trovano compimento le scritture; l’invito a sentirci persone chiamate a  vivere l’ “esodo” verso la pienezza della Vita, lasciandoci “trasfigurare “ come Lui e da Lui. 

Segue un’ora di “deserto” : un tempo di silenzio e di confronto con se stessi, per  rielaborare e interiorizzare quanto celebrato e ascoltato, immersi in una realtà di pace e di luce.  

La seconda parte della giornata due brevi riflessioni per concludere e aprire il nostro cammino di  ritorno . P. Leopoldo ci presenta in modo sintetico il pensiero di Theillard de Chardin il fenomeno  dell’evoluzione dell’universo che avviene in modo ordinato , anzi preordinato, con un movimento  costante orientato a quell’ultra-umano che è la spiritualizzazione. L’universo non come una realtà  statica, ma come realtà in processo ,” verso cieli nuovi e terra nuova” (2Pt 3,13). Anticipo della  pienezza di questo processo- trasfigurazione dell’universo è l’Eucaristia, in cui materia e divinità si  incontrano. Per sintetizzare con Papa Benedetto XVI : “alla fine avremo una vera liturgia cosmica e  il cosmo diventerà un’ostia vivente”.  

  1. Silvano in riferimento all’icona della Trasfigurazione sottolinea che la nostra vita ha una  prospettiva di luce e di amore nella misura in cui accettiamo non solo di essere chiamati da Cristo,  ma di abbandonarci a Lui con fedeltà e perseveranza. La delusione e l’amarezza dei discepoli di  Emmaus (seconda icona utilizzata) è stata proposta come paradigma in riferimento alla vita  quotidiana. Emmaus : cammino di speranza ! La fedeltà di Dio si rende presente con il volto di un  “pellegrino” per aprirci gli occhi, riscaldare il cuore e alzarci dalla “mensa” per ripartire e tornare  nella città dell’uomo con “nuova” speranza, oltre le amarezze, le ferite, le morti che ci portiamo  nel cuore. Una speranza che nasce da una tensione verso il futuro, dalla fiducia che questo futuro  si realizzerà se saremo pazienti e perseveranti. Non bastano i sogni, è necessario giocarsi la vita  sulla Sua Parola ! “Non lasciatevi rubare la speranza “ dice Papa Francesco.  

Il clima del nostro incontro ci ha permesso di riprendere i nostri rapporti, interrotti da troppo  tempo, causa covid 19, di illuminare i nostri volti e di ritrovare luce e speranza che va oltre  l’ottimismo. Carichi di “sole” dentro e fuori ognuno ha fatto ritorno alla propria realtà con  l’augurio di riprendere il cammino “insieme”, disponibili a dare il proprio contributo responsabile  e coraggioso alla storia degli uomini.  

E’ stata una giornata che ci ha dato pace e speranza! Alla prossima!

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