Pensato per sostenere le comunità nell’accompagnamento degli adolescenti, “Seme diVento” – spiega una nota – “vuole essere uno strumento per la formazione. Al sussidio cartaceo, che contiene le premesse e la struttura di base dell’iniziativa, si affianca ora il sito che offre approfondimenti, materiale per gli incontri, schede operative per il tempo ordinario, per i tempi forti, ma anche per la famiglia e in particolare per gli educatori”.
Il progetto si presenta come un itinerario in divenire: a un iniziale “anno zero”, dedicato alla rilettura condivisa del tempo della pandemia, seguiranno altri tre anni di progettazione. “Viviamo un tempo dove siamo costretti a lavorare in emergenza: in altri momenti – osserva don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei – avremmo pianificato il progetto in altro modo; oggi si lavora a distanza, di corsa, ma soprattutto in un contesto dove niente può continuare come se nulla fosse. Così sono l’educazione e l’accompagnamento dell’adolescenza, terreno fertile e distratto e perciò esigente di nuovi atteggiamenti”.
“Il titolo dell’iniziativa – prosegue la nota – fa riferimento all’adolescenza come a un tempo di semina e, con un gioco di parole, ricorda che il termine ‘diVento’ non indica solo il divenire, ma anche l’idea di una formazione che tiene conto dell’aspetto umano e del vento dello Spirito che rinnova la vita”. “La follia del Vangelo e (dunque) dei cristiani – aggiunge don Falabretti – sta nel credere che la semina non è mai un gesto calcolato: duemila anni fa si allargava il braccio per buttare il seme più lontano possibile; oggi i macchinari ‘appoggiano’ il seme dove deve andare. Ma non cambia nulla: ciò che accadrà nella terra sarà un miracolo sempre imprevedibile”.