SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si avvicinano i giorni in cui si svolgeranno a San Benedetto le elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale e per l’elezione del Sindaco. Purtroppo, come sempre accade in queste occasioni, gli animi si scaldano e il dibattito non sempre rimane civile e pacato come dovrebbe. Basta farsi un giro sui social per leggere frasi non sempre consone.
Uno dei candidati ad esempio fa sapere attraverso la sua pagina facebook che è stato costretto a recarsi in questura a sporgere denuncia contro un utente che lo aveva raggiunto attraverso la chat privata con «offese e velate minacce». Un altro partito che pone la famiglia, così come essa è riconosciuta dall’articolo 29 della Costituzione, al centro del proprio programma riceve sulla pagina social di una testata offese irripetibili.
Il copione è sempre lo stesso: non si entra quasi mai nel merito dei problemi che affliggono la città, ma si tende a denigrare gli avversari politici, purtroppo spesso sul piano personale. Il tutto è drammaticamente amplificato dall’uso improprio dei social, dove spesso, pensando di potersi difendere dietro uno schermo, non poche persone fanno emergere il peggio di loro stesse.
Quali sono invece le basi per un dibattito civile?
In primo luogo le elezioni amministrative non dovrebbero essere concepite come lo scontro apocalittico fra il bene e il male: nella competizione elettorale si fronteggiano schieramenti che sono tutti allo stesso modo legittimi e pertanto la vittoria di un fronte non dovrebbe turbare l’animo degli sconfitti.
In tal senso ci può venire in aiuto una frase che rispecchia perfettamente la realtà, anche se erroneamente attribuita a Sant’Agostino: «Nelle cose certe l’unità, nelle cose dubbie la libertà, in ogni cosa la carità». Tutti i partiti di base si muovono in un comune ambito di valori democratici e di convivenza civile, si diversificano invece per le prospettive e le idee che hanno sullo sviluppo e sul futuro della città. Queste prospettive e queste idee non sono in contrasto con il bene comune sul quale tutti gli schieramenti si ritrovano e pertanto sono tutte legittime. Proprio perché appartengono al campo della possibilità e della libertà possono essere messe ai voti. Nessun candidato o nessuno schieramento può essere considerato il male assoluto o, viceversa, il bene assoluto.
In questo quadro di fondo il dibattito deve necessariamente assumere toni civili e pertanto ogni candidato dovrebbe impegnarsi prima di tutto a esporre ai concittadini le idee e le proposte del proprio schieramento, evitando magari di dire il motivo per il quale non si dovrebbe votare gli altri! Eventuali critiche sono legittime solo se mosse in modo pacato e senza livore. Sono invece da rigettare nel modo più assoluto gli attacchi rivolti al piano personale.
Speriamo che il clima si plachi e che si giunga alle elezioni in un clima sereno e disteso, in maniera tale che gli elettori possano scegliere in tutta tranquillità coloro che li dovranno rappresentare in Comune. Un clima avvelenato non è un bel biglietto da visita per il futuro della nostra città.