DIOCESI – Nel pomeriggio di sabato 25 settembre presso il teatrino della parrocchia Sant’Antonio da Padova si è svolta la Giornata di Inizio Anno che segna l’avvio delle attività del movimento di Comunione e Liberazione. In tale occasione don Julian Carron, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha offerto la sua riflessione sul tema “Nessun dono di grazia più vi manca” agli oltre 40.000 aderenti videocollegati da 24 nazioni diverse.
Il sacerdote ha esordito evidenziando come la stessa presenza di così tante persone è affatto scontata in quanto negli ultimi decenni l’avanzare della secolarizzazione ha fatto sì che sempre più persone si allontanassero dalla dimensione religiosa. Don Julian ha ripetuto ai presenti le domande che il filosofo Charles Taylor si è posto durante l’ultima edizione nello scorso agosto del Meeting di Rimini: perché – si è domandato l’insigne studioso – non ho seguito negli anni ’60 tutti coloro che abbandonavano la Chiesa? Nel deserto che avanzava, col venire meno della fede, che cosa ha reso possibile la mia permanenza della Chiesa? Perché tutti noi non siamo stati travolti da questa ondata?
Riflettendo su queste domande – ha proseguito don Julian – ho guardato alle parole di San Paolo ai Corinti che sono state scelte per questa Giornata di Inizio Anno: “Nessun dono di grazia più vi manca”. San Paolo ha visto nella comunità cristiana di Corinto la grazia che aveva investito i suoi aderenti, nonostante i limiti numerosi della comunità. Negli occhi di Paolo ha prevalso il desiderio di guardare all’opera della grazia. In un certo senso è avvenuta la stessa cosa per noi: è stato il carisma di don Giussani, il modo in cui Cristo ci ha raggiunto, a farci rimanere nel Movimento e nella Chiesa. Il carisma ha risposto alle nostre domande, in quanto esso si è rivelato pertinente alle esigenze della nostra vita. Infatti, una fede non reperibile nell’esperienza, che non potenzia l’umano non può attrarre in nessun l’uomo di oggi. Se il cristianesimo non è un avvenimento di vita non potrebbe rispondere alle esigenze della vita. In tal modo il riaccadere dell’evento di Cristo ha permesso un’intensità in tutte le circostanze della vita: nel lavoro, nelle amicizie, negli affetti, nel tempo libero, ecc. Cristo si è reso presente nelle nostre ferite di uomini, in quelle ferite che condividiamo con ogni altro essere umano. Quando le nostre ferite sono capite e abbracciate esse non sono più un ostacolo all’incontro con Cristo, anzi, ne diventano una possibilità. Vivere il carisma in questo modo ci ha permesso di sentirci non una parte della Chiesa, ma un suo modo di vita.
Don Julian ha poi proposto di ascoltare una lezione di don Luigi Giussani del 1976 agli Universitari nella quale il Fondatore di Comunione e Liberazione metteva in evidenza come la vita del movimento non consistesse primariamente nell’organizzazione della società – cosa che compete alla politica e ai partiti – ma nell’incontro personale con Cristo. Le sue parole vanno ben collocate nel clima culturale di quegli anni, quando per tutti, giovani e meno giovani, la cifra dell’esistere era caratterizzata dallo schierarsi politicamente. Al contrario l’occhio di don Giussani non guardava ai movimenti, alle masse, ma al cuore di ogni singolo uomo, quel luogo in cui sorgono le esigenze più importanti della vita quali il desiderio della verità, della bontà, della bellezza e della giustizia. È lì, nell’autocoscienza di ogni persona, che si gioca la partita più decisiva.
Al termine dell’incontro don Julian Carron ha dato lettura del telegramma inviato a Papa Francesco, ribadendo la piena disponibilità a seguire il Successore di Pietro, in particolare nelle indicazioni che il Santo Padre ha dato per la vita dei Movimenti e per il governo della realtà dei Memores Domini.