DIOCESI – Abbiamo intervistato il Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani.
Ci apprestiamo a riprendere le attività pastorali, quale sarà il filo conduttore di questo nuovo anno?
Quattro motivi immediati guidano il filo conduttore di questo nuovo anno pastorale:
a) la Visita pastorale che, covid permettendo, intendo realizzare in Diocesi a partire da gennaio 2022;
b) il rinnovo dei Consigli Parrocchiali;
c) la preparazione del Sinodo universale dei Vescovi, richiesta dal papa, Sinodo che si terrà l’anno 2023 in Vaticano, ma la cui preparazione diocesana parte da questo ottobre;
d) l’avvio del cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia che ci accompagnerà fino al 2025, l’anno santo.
Piccoli passi, ma molto importanti, del camminare insieme come Chiesa e come diocesi, dentro le sfide (non solo della pandemia) che il tempo ci presenta, cercando di affrontarle insieme, consapevoli che questo ci è richiesto per vivere e annunciare la fede e costruire la comunità cristiana.
Che cosa unisce questi quattro momenti? Una spiritualità del camminare insieme. Si tratta di una vera e propria spiritualità cristiana, la quale non può che essere ecclesiale e che mette sempre al centro un modello di Chiesa che si ispira alla Trinità: Padre-Figlio-Spirito santo. Nessuna delle persone della Trinità va da sola o fa da sola! Dobbiamo reagire all’individualismo che rischia di fiaccare anche la fede, di toglierle il respiro trinitatrio e spegnere le comunità cristiane.
In questo anno avrà inizio la Visita pastorale. Come mai ha deciso di intraprendere questa importante attività?
È da tempo che desidero fare questa Visita alla Diocesi, ultimamente rimandata a causa della pandemia. Finalmente, ringraziando Dio, potrò realizzarla. La Visita pastorale del Vescovo è una espressione dell’unità della Chiesa diocesana e del camminare insieme in essa sotto la guida del Vescovo. Infatti, la Visita pastorale comporta, oltre agli aspetti canonici, l’incontro del Vescovo con le comunità, con i singoli fedeli e l’ascolto della realtà ecclesiale e civile per incoraggiarci a vicenda nel cammino della fede-carità. Mi pare molto importante la Visita soprattutto in questa difficile ripresa dopo la pandemia. È una occasione opportuna per ravvivare con la Parola di Dio le energie delle nostre comunità cristiane e apprezzare il molto che Dio va operando in esse, incoraggiandoci e consolandoci a vicenda.
Quale è il significato della Visita Pastorale e cosa si aspetta di trovare?
Così la presenta il Direttorio per i Vescovi: “La Visita Pastorale è un’azione apostolica che il Vescovo deve compiere animato da carità pastorale che lo manifesta concretamente quale principio e fondamento visibile dell’unità nella Chiesa particolare. Per le comunità e le istituzioni che la ricevono, la Visita è un evento di grazia che riflette in qualche misura quella specialissima visita con la quale il ‘supremo pastore’ (1Pt 5,4) e guardiano delle nostre anime (cf. 1Pt 2,25), Gesù Cristo, ha visitato e redento il suo popolo (cf. Lc 1,68)”.
Che cosa mi aspetto? Di vivere momenti di fede condivisi con i fedeli, meditando insieme su ciò che Dio ci va suggerendo per vivere bene questo tempo che ci è dato da vivere.
L’anno pastorale inizia con delle novità e con la nomina di nuovi parroci. Può spiegarne il senso pastorale?
Spetta al Vescovo, pastore della Diocesi, provvedere a che le comunità cristiane abbiano la dovuta cura pastorale. Egli lo fa affidandola ai sacerdoti della Diocesi. La nomina di nuovi parroci, anche trasferendoli se necessario anche da una parrocchia all’altra, corrisponde all’esigenza che il Vescovo provveda alle necessità che vengono a crearsi nelle comunità cristiane, anche per vari motivi a volte imprevisti. In questa opera si fa sempre aiutare dal Consiglio dei Vicari Foranei.
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