“La tentazione non solo di essere i primi, ma di essere gli unici”: è questa una delle tentazioni che alloggiano nel cuore dei discepoli di Cristo e che il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, passa in rassegna nella sua meditazione al Vangelo della Domenica, questa settimana 26 settembre. Rileggendo il passo di Marco dove i discepoli vedono che qualcuno esercita un potere nel nome di Gesù, e vogliono fermarlo, “Gesù – spiega Pizzaballa – sposta subito il baricentro della sequela che non è seguire i discepoli, ma seguire, insieme ai discepoli, l’unico Maestro; nessuno può mettersi al suo posto, neanche coloro che presumono di essere arrivati per primi”. Chiunque, dunque, è “il benvenuto, e l’unica porta di accesso per appartenere al gruppo dei discepoli è quella di vivere nel nome di Gesù, unica ragione d’essere, unico riferimento per chi lo segue. Ed è solo intorno a Lui che il gruppo dei discepoli può trovare unità e coesione”. Il Patriarca avverte del rischio dell’“abuso di potere, la presunzione di poter dire chi sta dentro e chi sta fuori.
I discepoli sono scandalizzati e risentiti per queste persone che dal di fuori usano il nome di Gesù; ma non si accorgono che così diventano essi stessi uno scandalo per chi, da fuori, vorrebbe entrare dentro, sperando di trovarvi accoglienza e uguaglianza”. Per cui, prosegue Pizzaballa, “al discepolo è necessario uno sguardo nuovo: lo sguardo di chi sa vedere anche in un piccolo gesto di accoglienza la presenza del Regno. Basta poco per essere di Cristo”. “La tentazione di usare il nome di Gesù per usurpare il potere di decidere chi sia degno del suo nome – conclude – paradossalmente mette fuori dal gruppo, rende estranei al Signore, allontana da quello stile di vita nuova che Lui ha portato tra noi, quella di non aver altro potere se non di svuotarsi per amore della vita di ogni piccolo”.