“Nell’ultimo mese, nei reparti di chirurgia dell’Ospedale di Rumbek e di Yirol in Sud Sudan, non ci sono più stati ricoveri di feriti da armi da fuoco. Nemmeno un ricovero, in un mese intero. Le attività di salute pubblica nei villaggi e nelle comunità dello Stato dei Laghi sono riprese e i camion con cibo e merci sono tornati a muoversi. Dopo le aggressioni e le violenze dell’ultimo periodo sembra ci sia stato un sussulto. A partire dal basso, dalle comunità, fino ad arrivare alle istituzioni. Forse il sacrificio di Moses e Abraham non è stato vano”. A fotografare la situazione in Sud Sudan è don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, da poco rientrato dal paese africano. Lo scorso 7 giugno due operatori locali del Cuamm, Moses Maker e Abraham Gulung, sono stati uccisi in un agguato, mentre viaggiavano in convoglio nell’area occidentale della contea di Yirol West, nel Lakes State.
Il pensiero che la loro morte non sia stata inutile, confida il sacerdote, “mi accompagna e mi sostiene: si fa fatica, tanta, a essere fedeli a quel ‘when we start, we stay’ ma questa è la prova che con tenacia e sacrificio, se uno ha la pazienza di aspettare, qualche passo avanti di speranza e fiducia si può compiere”.
Don Dante parla anche di un’altra cosa positiva: “Ho visto la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 prendere forma e vita anche nell’ultimo miglio del Sud Sudan. Le tende per le vaccinazioni adiacenti agli ospedali di Yirol e Rumbek con i team all’opera e, lì vicino, pickup, motorette e bici pronte a partire per raggiungere i villaggi più remoti, carichi di tutto il materiale necessario: tavoli, sedie, siringhe, guanti, cotone, registri, disinfettanti e ovviamente i vaccini nei contenitori-frigo”.
Don Carraro avverte: “La battaglia contro il Covid non può avere pause o rallentamenti. Adesso ancora con maggior fiducia anche in Sud Sudan, visto che la sicurezza delle strade e la collaborazione delle comunità ce lo consentono. Dobbiamo vaccinarci tutti, nessuno escluso, per il bene di tutti, specie i più fragili”.
Infine, un’anticipazione: “È attorno a queste sfide che ruoterà il nostro Annual Meeting in programma a Padova, al Teatro Geox, il prossimo 13 novembre. Vogliamo ribadire insieme, quest’anno finalmente anche in presenza, la nostra voglia e tenace determinazione a ripartire. In Italia e in Africa. Tutti insieme e con il contributo di ciascuno, chiamati in prima persona a costruire un futuro migliore che non lasci indietro nessuno”.4