ACQUAVIVA PICENA – Sabato 9 ottobre la parrocchia di san Niccolò di Acquaviva Picena ha salutato il parroco don Pierluigi Bartolomei che è stato chiamato a guidare la parrocchia Madonna della Speranza e San Martino di Grottammare.
Don Pierluigi nell’omelia ha detto: “Gesù che cosa ci dice nel Vangelo? Non c’è nessuno che abbia lasciato casa, fratelli, sorelle, padri e madri per causa mia e non riceva già oggi cento volte tanto.
Noi preti che ci troviamo a vivere questo passaggio e le comunità che si trovano a vivere questo passaggio, sentono oggi questa Parola e la fanno scendere nel proprio cuore: se veramente stiamo seguendo Cristo la promessa del “centuplo”, cioè la promessa di riavere tutte le cose che la natura ci ha dato, tutti gli affetti e tutti i doni, non va perduta. Nella vita i momenti del “passaggio”, sono anche i momenti del nuovo “inizio”, è la logica di nuove maternità, di nuove paternità, di nuove sorelle e di nuovi fratelli. Tutto questo però insieme alle persecuzioni e insieme alla vita eterna, cioè tutto insieme al mistero della croce. Indubbiamente si fa fatica umanamente a tagliare e ricominciare, oggi il Vangelo ci da però una bella prospettiva, ci invita a guardare con fiducia alle svolte della vita perché quando ci mettiamo alla sequela di Cristo riceviamo sempre il centuplo. Noi siamo sempre preoccupati di quello che ci manca, viviamo nella mistica del “magari”, magari forse quello, magari forse quell’altro…Il Signore invece in questa Scrittura di oggi ci parla di un altro passaggio, ci parla non di quello che ci manca, ma di quello che già siamo, ci dice che quello che siamo oggi è il valore più importante, la dignità della quale il Signore ci ha rivestito è la cosa più importante.
Nell’antichità l’unico modo per ereditare era essere figli, essere figli di Dio significa avere in eredità la vita eterna, Cristo al giovane ricco ricorda di seguire i Comandamenti e in modo particolare sottolinea quelli che riguardano la relazione tra gli uomini, perché non è sufficiente seguire solo ciò che ci mette in relazione con Dio, ma e fondamentale camminare insieme con i fratelli. Cristo sulla Terra in ogni azione quotidiana ha visto la strada per seguire Dio, questo è ciò che ci ha insegnato. Gesù dice anche che bisogna riuscire a passare per la cruna di un’ago, cioè bisogna imparare a camminare e passare per la porta stretta, senza “pesi”, senza tante preoccupazioni, perché il Signore provvederà a tutto, lui non ci vuole con i pesi sulle spalle, ma ci vuole liberi. Il questi giorni mentre mi occupavo del trasloco ho visto tanti scatoloni e ho pensato a come negli anni mi sono “appesantito”, ma il Signore ci insegna a liberarci dei nostri pesi.
Tutta la pioggia caduta in settimana mi ha ricordato la storia di san Benedetto e di sua sorella santa Scolastica, lei un giorno pregò così tanto per far rimanere il fratello ancora un po’ con lei che cadde così tanta pioggia da non permettere a san Benedetto di partire, anche solo per qualche istante in più, non so se questo è dovuto alle vostre preghiere, ma anche io per qualche giorno dovrò rimanere a dormire ad Acquaviva a causa di vari contrattempi.
Io sono abituato ad organizzare tutto e invece mi sono ritrovato ad accettare gli imprevisti, io tutto questo l’ho visto come una grazia perché se un tempo avrei reagito in modo brusco ora ho imparato ad affidarmi completamente all’amore di Dio e alla Sua Provvidenza. La sapienza di Dio è più grande dei nostri progetti. Il Signore pensa a noi, su di noi scrive grandi cose, a me per esempio è capitato di rivedere il mio modo di agire: quando due anni fa sono arrivato pensavo che tutto sarebbe andato in modo diverso da come invece realmente le cose sono andate; ero abituato a far funzionare “la macchina”, ero abituato a gestire le cose in modo che tutto andasse come avevo prefissato, qui ad Acquaviva il Signore ha usato con me la pedagogia, mi ha insegnato ad andare il profondità, a guardare in faccia la vita, le proprie debolezze, i propri limiti e a “lasciarmi portare”. Da giovane prete quando andavo in montagna volevo che i ragazzi che erano con me mi seguissero, che non mi passassero avanti, ora ho imparato che è più bello che qualcuno ti cammini a fianco. Anche nel caso sorgessero alcuni problemi è molto meglio affrontarli insieme a qualcuno invece che soli. Sono stato con voi solo due anni, poco, pochissimo però ho imparato tante cose e mi piace ripensare alle parole della Scrittura: “Un giorno nei tuoi anni sono come mille anni”. Se Dio ha usato solo due anni significa che è stato il tempo giusto, che in questo tempo si è compiuto ciò che si doveva compiere e che è tempo di una nuova vita, la Pasqua è l’immagine della nostra storia. Il Signore benedica la vita che abbiamo vissuto insieme e i fratelli che ho accompagnato in due anni. Se oggi posso guardare quello che mi aspetta davanti, senza paure e senza sensi di colpa, è grazie a voi, grazie a questo incontro strano che Dio ha creato e che ha creato nel momento peggiore che si poteva ricordare. Se unirete le vostre forze, con l’aiuto di Dio potrete costruire grandi cose, realizzare tanti progetti, soprattutto per i più giovani. Dobbiamo essere felici perché Dio scrive sempre belle cose”.
A nome della comunità di Acquaviva Picena, Janet Chiappini in rappresentanza del Consiglio Pastorale Parrocchiale ha letto un messaggio per don Pierluigi: “Parafrasando le parole di sant’Agostino vogliamo dire: “Signore, non ti chiediamo perché ci hai tolto don Pierluigi , ma ti ringraziamo per avercelo donato anche solo per due anni”. Caro don Giggi, sei stato un dono prezioso per tutta la comunità, in questo breve periodo hai saputo darci tanto dal punto di vista spirituale e materiale nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia e dalla crisi economica. Con la riservatezza che ti contraddistingue, sei entrato in punta di piedi nella vita della nostra comunità di paese e con rispetto ti sei messo in ascolto e all’opera, con la tua passione per l’antico ci hai fatto riscoprire le nostre tradizioni, le hai riportate alla luce, le hai rese belle e la nostra comunità si è rinvigorita perché le tradizioni sono le nostre radici, che se ben curate ci tengono ancorati al terreno nel quale siamo stati seminati. Durante il lockdown ti sei improvvisato archeologo, l’Indiana Jones dei sacerdoti della Diocesi, studiando vecchie carte e rovistando tra i vecchi ricordi impolverati della nostra chiesa, ne hai riportato alla luce la ricchezza materiale e storica, dando a essi un nuovo significato. Con il tuo senso pratico hai saputo fare economia, rivedendo le spese della parrocchia e come un bravo padre di famiglia farebbe, ci hai lasciato con le spalle coperte. Grazie. Hai studiato a fondo la nostra comunità e noi eravamo pronti a ripartire con la tua guida dopo un periodo difficile, ma Dio ha voluto che tu arassi il terreno per un altro sacerdote. Nelle parrocchie i parroci passano, le comunità no e come cristiani continueremo a camminare sulla strada da Colui che deve essere il nostro unico punto di riferimento: Dio, davanti al quale un giorno ci presenteremo con i frutti del nostro operato. Prega, affinché la nostra comunità sappia accogliere don Peppe e affinché, lui che seminerà il terreno che tu hai preparato, sappia prendersi cura di noi. Sei riservato, ma sei sempre stato disponibile con tutti, in egual modo. Ti ricorderemo per le splendide omelie, per il tuo sostare in adorazione davanti al Santissimo o il tuo camminare avanti e indietro in preghiera con la tua comunità durante il Rosario, prima della Messa. Ti ricorderemo sinceramente con affetto e anche tu ricordati di noi ogni tanto. Grazie don e buon viaggio, la tua comunità acquavivana”.
Il vescovo emerito Sua Eccellenza Monsignor Gervasio Gestori, impossibilitato a partecipare alla Messa a causa di importanti impegni a cui non è potuto mancare, ha inviato un messaggio di saluto a don Pierluigi: “Carissimo don Pierluigi, la tua presenza ad Acquaviva è stata come un passaggio, reso ancora più veloce dalla contemporanea pandemia che ti ha costretto a limitare le tue grandi possibilità di vita pastorale tra noi. Mi dispiace moltissimo, ora l’ubbidienza ti chiama ad andare a Grottammare, nella nuova parrocchia della Madonna di Speranza, una comunità giovane ed in espansione, dove le tue molteplici doti sacerdotali potranno esprimersi in maniera ampia ed efficace. Ti auguro un fecondo lavoro apostolico e ti accompagno con la mia preghiera e con la mia benedizione. Affido questo mio saluto e queste poche righe perché mi trovo a celebrare l’inizio del triduo del santo patrono san Benedetto. Un forte abbraccio nel Signore”.
Anche padre Emil vice parroco ha salutato a nome della comunità dei religiose del convento degli Agostiniani Scalzi di Acquaviva e delle suore della Congregazione del Piccolo fiore di Betania, del convento di Acquaviva: “Carissimo don Pierluigi, ieri sera mi ha detto che sono diventato Camerlengo…Cioè colui che prepara aspettando il conclave. Io da stasera guiderò questa comunità aspettando don Giuseppe. La realtà di Acquaviva è fatta anche da religiosi e religiose, il mio compito è quello di collaborare con te, di camminare con te. Continueremo questo cammino con il nuovo parroco. Mi sento come Giovanni Battista, faccio il precursore, cerco di esserci, ma senza esserci, sono presente, ma sono assente. Come Giovanni Battista, il mio compito è quello di indicare il parroco. Il vice parroco ha il compito di collaborare e non di ostacolare il lavoro del parroco, ha il compito di lavorare in modo silenzioso e nascosto, ognuno ha il proprio compito, proprio come in una famiglia. Noi ti ringraziamo don Pierluigi per tutto quello che hai fatto in questi due anni nella parrocchia di Acquaviva”.
Il sindaco di Acquaviva Picena Pierpaolo Rosetti ha detto: “Questa sera, me compreso, credo siamo venuti tutti con un animo velato di tristezza, però come sempre hai fatto ci hai regalato una Celebrazione, un’omelia ricca di riflessioni che ci farà sicuramente uscire sorridendo. Hai fatto guardare questa comunità allo specchio, ci hai ricordato quello che siamo oggi dopo due anni di viaggio insieme. Ci hai parlato di viaggio, tu due anni fa sei arrivato camminando…Ci hai parlato di camminare a fianco, non da soli. Ci hai ricordato che l’importante è come viaggiamo, con chi viaggiamo. Ci hai ricordato che non dobbiamo essere tristi, ma dobbiamo essere felici perché c’è stato e sicuramente tu ci sei stato, ci lasci ora un bellissimo ricordo e dalle tue parole credo di aver capito che questa comunità ha lasciato qualcosa anche a te. Nonostante in questi due anni sia stato difficile collaborare come avremmo potuto fare, ho conosciuto una persona semplice, determinata, riservato, ma comunque sempre presente. A nome dell’Amministrazione Comunale ti ringrazio. Hai svolto un ruolo importante in un momento particolare, in un momento in cui tutto quello che stava accadendo ci portava alla disgregazione, tu hai saputo tenere unita questa comunità. Ti faccio gli auguri ricordando un momento bellissimo che porteremo tutti dentro di noi: una processione che hai fatto da solo con la croce, la processione del Cristo Morto durante la pandemia, quando non potevamo uscire di casa, tu hai camminato per tutti noi. La realtà è che non eri solo, non lo sei adesso e quella sera con il pensiero eravamo tutti con te. Noi siamo pronti a collaborare con don Peppe, perché questo è l’insegnamento che ci hai lasciato. Grazie don Pierluigi”.
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