SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è conclusa Domenica 24 Ottobre la 49° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, un appuntamento fisso della Chiesa Cattolica Italiana, a cadenza pluriennale, che quest’anno si è svolto a Taranto. Per la nostra Diocesi hanno partecipato Franco Veccia, delegato per la Pastorale Sociale e del Lavoro; Remigio Giannetti, animatore senior del Progetto Policoro di San Benedetto del Tronto; Nicole De Micheli, delegata per la Pastorale Giovanile. Proprio a Nicole abbiamo chiesto di raccontarci come ha vissuto questa esperienza.

“Per me era la prima volta ed è stata una grande emozione! – racconta De Micheli – C’erano molti giovani e ci hanno detto che, per la prima volta nella storia, il numero dei giovani presenti è stato superiore al 30% dei partecipanti. La prima Settimana Sociale si svolse nel 1907, grazie all’intuizione dell’economista Giuseppe Toniolo che, insieme al cardinale Pietro Maffi, varò l’iniziativa con il motto ‘Ispirare cristianamente la società’. L’intento era quello di coinvolgere nella vita sociale e politica i cattolici che, all’epoca, avevano il divieto papale di partecipare alla politica. Da allora molte cose sono cambiate, ma ancora oggi questi incontri sono uno stimolo a discutere di tematiche attuali secondo la dottrina sociale della Chiesa.”

“Il chiaro e diretto messaggio di quest’anno – prosegue la delegata per la Pastorale Giovanile – un messaggio che vogliamo arrivi il più lontano e nel mio vasto spazio possibile, è il bisogno di ‘Conversione dell’Uomo’. Come ci ricorda la Laudato Sì, il grido di aiuto della Terra, dei territori martoriati e distrutti dalla logica del profitto richiede, prima che una transizione ecologica, una riflessione ontologica e la necessità di un nuovo ‘progetto educativo che riporti al centro il riconoscimento di tutto le cose degne d’amore’, come ci ricorda Luigina Mortari. Vogliamo quindi riprendere il cammino leggendo e scrivendo una nuova realtà che riparta dall’ABC proposto dal Direttore di Avvenire, Marco Tarquino, e da Suor Alessandra Smerilli, Segretario ad interim del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale e membro del Comitato Scientifico.

A come Alleanza, con la necessità delle comunità, delle diocesi, degli adulti e dei giovani, di incontrarsi, di produrre quel processo rigenerativo che possa insegnarci la bellezza di ‘trovare alleati’.

B come Buone Pratiche, ovvero delle esperienze che partano dal mettere le mani in pasta, ma in modo buono, etico, giusto, il cui scopo principale deve essere l’‘organizzare la speranza’ verso un’umanità che in pratica possa divenire più vicina a sé, all’altro e alla propria casa comune. Ne è un esempio il Manifesto dell’Alleanza proposto da giovani provenienti da associazioni di ogni genere, con l’obiettivo di proporre un esperimento politico di comunità fondato sulla condivisione, la cooperazione e il discernimento collettivo all’interno di un processo rigenerativo attento ai rischi della transizione. Taranto non deve esser ricordata solo come terra di ‘cattive pratiche’ poiché, come abbiamo avuto modo di vedere e toccare con mano, diverse sono le attività, le aziende e le imprese che hanno investito nel bene comune. L’azienda che direttamente abbiamo avuto modo di conoscere è la LOME Super Fruit, Masseria Fruttirossi: è un progetto agricolo e agroindustriale che si trova a Castellaneto Marina ed è incentrato sulla coltivazione di 340 ettari di proprietà, con relativi trasformazione e confezionamento dei frutti. Vi è la coltivazione della melagrana, della bacca di aronia, di goji e dell’avocado, riconoscendone proprietà benefiche e salutistiche, con una grande attenzione all’ambiente nel massimo rispetto per la natura. La filiera cortissima, realizzata per la prima volta nel territorio, permette di lavorare i frutti a poche ore dopo averli raccolti, poiché tutti i processi dalla produzione alla selezione, dalla coltivazione al confezionamento, sono gestiti ‘in casa’. Inoltre i residui di lavorazione, quindi i rifiuti prodotti, non sussistono poiché tutto viene dato in pasto ai lombrichi che trasformano lo scarto in compost, in humus riutilizzabile come concime per le piante. Si realizza così un perfetto esempio di economia circolare e sostenibilità.

C come Conversione. Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto e Presidente del Comitato Scientifico, oltre a presentare le proposte fatte al Governo, al Parlamento Italiano e al Parlamento Europeo, indica quelle che dovrebbero essere le nuove prassi e iniziative da proporre alla comunità Chiesa, piste di conversione per iniziare concretamente quel cambiamento tanto citato. La prima è la costruzione di comunità energetiche; la seconda è l’impegno nella finanza responsabile con conseguente consumo responsabile, terzo punto; al quarto vi è la proposta di adesione ai sette punti riportati nel Manifesto dei Giovani, i quali, fondamentalmente, desiderano la nascita di comunità cooperative e responsabili, il riconoscimento della vocazione del proprio territorio, l’apertura delle istituzioni ai giovani, al lavoro, alla pastorale sociale e al ruolo della donna.”

“Caricarsi lo zaino delle responsabilità in spalla e partire – conclude Nicole De Micheli – vuol dire proseguire in un cammino nuovo che sia ‘attento gli attraversamenti’, che ci chiami ad essere quindi sentinelle sempre pronte a captare chi ci taglia la strada, ricordandoci con chi stiamo camminando. Vi è possibilità di fermata per permettere ai pedoni di attraversare, ma, quando si parla di sosta, Papa Francesco, ci pone un divieto: l’amore di Dio non ha mai smesso di proliferare e di battersi fino ad offrire la sua stessa vita. Don Maurizio Patriciello, le mamme del Movimento No PFAS e Annamaria Moschetti, Presidente della Commissione Ambientale dell’Ordine dei Medici di Taranto, ci testimoniano quanto questo sia davvero motore rivoluzionario!

In ultimo, oggi e al più presto possibile, urge l’obbligo di svolta che, solo partendo da uno sguardo contemplativo e di bellezza del creato, potrà davvero contribuire alla creazione di questo nuovo futuro. Noi giovani, delegati dalla Diocesi, siamo stati mandati a fare tesoro di questi giorni sperando che ogni parola, gesto concreto e idea possano essere accolti e dare frutto, affinché l’intervento della Chiesa, in collaborazione con le comunità, i giovani, i lavoratori e l’ambiente stesso, arrivi nel profondo e dia inizio a questa rivoluzione che non può più attendere.”

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