“Abbiamo voluto questa opera che vediamo come opportunità per portare un’idea innovativa e vera”. Lo ha detto don Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo, nel presentare questa mattina il progetto “Casa Roma”. “Avevamo – ha ricordato – una struttura a Roma vicina a piazza San Pietro che aveva bisogno di una radicale ristrutturazione. Abbiamo fatto un’indagine per undici anni per capire quale servizio potevamo rendere insieme con la regione Lazio. Anche le difficoltà legate alla posizione, la grandezza, sono state occasione per un discernimento interiore”. Don Arice ha sottolineato come fossero tante le società e le persone che chiedevano di vendere la struttura. “È arrivata una luce: creare una struttura per accogliere tutti i tipi di disabilità che possono venire a Roma per turismo o per cure. La Divina Provvidenza ci ha fatto incontrare una realtà, la Xenia spa, che fa di mestiere l’accoglienza. Ci ha aiutato a comprendere cosa significa fare una casa del genere”. “La Chiesa – ha concluso – tramite mons. Fisichella ha benedetto questa opera e abbiamo iniziato così a fare il progetto che ha un valore culturale e una utilità”.

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