X

Rubrica “Pausa caffè”: La festa di “Aulin”

Quei cinque minuti di relax sorbendo il caffè ci invitano a guardare fuori dalla finestra: le foglie marroni accartocciate ai lati dei marciapiedi e l’imbiondire delle piante, quelle folatine di vento come carezze tiepide che fanno volare i capelli, quell’aria che sa di camino acceso e che ti fa star bene col foulard e il k-way ha un che di poetico e piacevole. Come ogni anno è il periodo delle zucche, ottime in minestra, difficili da togliere la buccia.  Al supermercato hanno messo dei basket a forma di zucca per riporre il biglietto della fila al banco. Oh no! Zucca intesa non come ortaggio, ma ancora una volta come Halloween! Ci ritorna in mente il commento di una vecchietta che orgogliosa dei suoi pronipotini mascherati, fiera spiegava: “E’ la festa di Aulin!” inconsapevole di aver citato il noto farmaco antinfiammatorio! Ma si sa, non dobbiamo essere cattivi, l’inglese non fa per noi italiani, eredi della stirpe latina che tanto fatichiamo ad esprimerci nella lingua più comune al mondo.

Non ci è mai piaciuta Halloween, perché con gli inferi non si scherza. Antipaticissima come festa tanto fastidiosi i bambini che, scimmiottando i telefilm americani, suonano per le case con l’odiosa frase : “Dolcetto o scherzetto?” che di fatto è un ricatto, una minaccia oscura che non va bene in bocca a un bimbo, vestito da cadavere o demone, per l’appunto.

Per carità, sono opinioni personali, molte mamme orgogliose preparano torte a forma di cassa da morto o camposanto con tanto di lapidi di zucchero o preparano biscotti a forma di dita di strega..de gusti bus…..Vabbè sarà una cosa per scherzare, prendiamola alla leggera, tuttavia per le menti fragili, non si sa mai cosa può provocare questa “esaltazione della morte” e dei demoni.

Non è una fantasia che ogni tanto si sente di messe nere e di varie orrende azioni di qualche fanatico. Per sicurezza chi è “gattara” sa bene che gli ultimi giorni di ottobre meglio tenersi stretti e ben chiusi in casa i gatti e mai affidarne a presunti aspiranti pseudo “amanti degli animali” su internet, perché di “spostati” ce n’ è  tanti. Lo stereotipo è: gatto ( meglio se nero), strega, sabba, sangue, fuoco. Ma basta con queste sciocchezze! Cosa c’è di storico? Dove si trovano le origini di questa “festa” anglosassone?

Dai celti, popolo primitivo stanziato in Gran Bretagna che tra la fine di ottobre e i primi di novembre celebrava il suo capodanno, la fine del vecchio, brutto, della morte ( ecco il perché di travestirsi da zombi) e l’inizio del nuovo, bello, luminoso ( ci si augurava) anno nuovo. I dolcetti? Sono piccoli doni, un tempo noci, mandorle, fichi secchi che ci si scambiava proprio per augurarsi un anno migliore, un po’ come facciamo noi con i regali di Natale. Queste usanze nordiche dopo il crollo dell’impero romano, si diffusero anche da noi e radicarono, tanto che con l’avvento del cristianesimo vennero in un certo senso “mantenute” pur epurandole dai messaggi non Evangelici. Difatti noi festeggiamo il primo Novembre Tutti i Santi e il due i Defunti. Ad esempio per i celti c’era il ritorno dei morti che sarebbero usciti fuori dai sepolcri nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre incontrando i vivi. Era la festa nordica di “Semhain” che – di fatto apriva le porte al freddo inverno dopo la bella stagione. Halloween deriva da “All Hallow’s Eve”, che in inglese antico significa : “La vigilia di Ognissanti”. In realtà come festa di “capodanno celtico” nasce in Irlanda, poi migrata negli Stati Uniti nell’800 con i nuovi coloni, che vi trasferirono anche le proprie tradizioni. “Jack-o’-lantern” è il protagonista di una antica leggenda irlandese, narra di un fabbro ubriacone che per più volte ingannò il diavolo e che alla morte non ebbe ne’ paradiso, ne’ inferno, per cui  continuò a vagare tormentato sulla terra con una lanterna posizionata dentro una zucca alla ricerca di un posto dove fermarsi. La classica anima in pena, in pratica. Per non farlo entrare nelle case, gli abitanti devono a loro volta, appendere o collocare zucche svuotate illuminate al loro interno nei pressi delle proprie abitazioni. Ora mi si dica : che cosa c’entra questa affascinante leggenda nordica con noi italiani? Zero, nulla, ma il mondo del consumismo , che proviene dall’ America, l’ha portata nelle nostre case, come una sorta di carnevale horror invernale. Il caffè è finito.. aspettiamo dunque con fastidio la “festa di aulin”…anche quella passerà presto ! Noi non apriamo a nessuno!

Chi volesse interagire, può scrivere al numero di redazione: 3711715065. Ci ritroveremo al prossimo caffè con un’altra interessante avventura di..Pausa Caffè!

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 ad oggi scrive su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare.