“Oggi, davanti al mistero della morte redenta, chiediamo la grazia di guardare con occhi diversi le avversità. Chiediamo la forza di saperle abitare nel silenzio mite e fiducioso che attende la salvezza del Signore, senza lamentarci e senza brontolare”. Si è conclusa con questo invito l’omelia della messa celebrata nella basilica di San Pietro per i cardinali e i vescovi defunti nel corso dell’anno. “Ciò che sembra un castigo, si rivelerà una grazia, una nuova dimostrazione dell’amore di Dio per noi”, ha assicurato: “Saper attendere in silenzio, senza chiacchiericci, la salvezza del Signore è un’arte: è sulla strada della santità. Coltiviamola. È preziosa nel tempo che stiamo vivendo: ora più che mai non serve gridare e suscitare clamori, amareggiarci, serve che ognuno testimoni con la vita la fede, che è attesa docile e speranzosa”. “Il cristiano non sminuisce la gravità della sofferenza, ma alza lo sguardo al Signore e sotto i colpi della prova confida in lui e prega, prega per chi soffre”, ha ricordato Francesco: “Tiene gli occhi al cielo, ma ha le mani sempre protese in terra, per servire concretamente il prossimo”. “Anche nel momento della tristezza, del buio, il servizio”, ha aggiunto a braccio. “Preghiamo per i cardinali e i vescovi che ci hanno lasciato nell’anno trascorso”, l’esortazione finale: “Alcuni di loro sono morti a causa del Covid-19, in situazioni difficili che hanno aggravato la sofferenza. Possano ora questi nostri fratelli assaporare la gioia dell’invito evangelico, quello che il Signore rivolge ai suoi servi fedeli: ‘Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo’”.