MARCHE – Con quasi il 16% in più di iscritti nell’ultimo anno scolastico è boom per gli istituti agrari segno che i giovani vedono sempre di più l’attività agricola come una possibile traiettoria di futuro seguendo anche l’esempio dei 1.477 imprenditori agricoli under 35 marchigiani (143 solo nell’ultimo anno secondo i dati della Camera di Commercio) impegnati in coltivazioni, allevamento, produzione e vendita diretta, servizi di ogni tipo da quelli turistici a quelli legati al benessere e al welfare. Senza dimenticare circa un migliaio di universitari iscritti alla facoltà di Scienze Agrarie dell’Università Politecnica delle Marche. È quanto emerge da una analisi Coldiretti sui dati Miur e Centro Studi Divulga diffusa in occasione della sfilata delle mucche sul red carpet per l’apertura della Fiera agricola e Zootecnica di Montichiari, in via Brescia 129 a Montichiari, la più importante manifestazione italiana a livello internazionale dedicata all’allevamento, con oltre 47mila metri quadri espositivi dove gli agricoltori da tutte le regioni hanno portato i migliori esemplari delle più diverse razze ancora presenti in Italia. Ma a prescindere dalla scelta dell’indirizzo di studi dopo la scuola dell’obbligo è bene formare le nuove generazioni al rispetto della natura e a un consumo consapevole che segue la stagionalità, la qualità dei prodotti e riduca gli sprechi. Nei giorni scorsi è stato avviato, con le prime lezioni in classe e le prime visite in fattoria, il progetto “Lo Sviluppo Sostenibile e l’Educazione Alimentare”, realizzato da Coldiretti Donne Impresa Marche e destinato alle ore di Educazione alimentare nelle scuole. Un progetto educativo al quale finora hanno aderito numerosi istituti scolastici in tutta la regione per circa 4mila alunni coinvolti. Attraverso i tutor della campagna i bambini possono apprendere l’origine dei prodotti, capire se c’è qualcosa da correggere nelle proprie abitudini alimentari e muovere i primi passi in campagna tra gli animali e gli orti. “La pandemia ha accelerato il fenomeno del ritorno alla terra – sottolinea Coldiretti – e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Alla crescita delle nuove generazioni, i consumatori del domani, per arrivare alle nuove leve dei futuri protagonisti del Made in Italy agroalimentare si passa per un’istruzione superiore e universitaria capace di trasmettere tradizioni e nuove competenze. In generale la presenza dei giovani è positiva per l’insieme dell’agricoltura nazionale e per il Paese poiché la capacità di innovazione e di crescita porta le aziende agricole dei giovani ad avere un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più”.
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