“Quando voi decidete una priorità – e ciò sta avvenendo – questa diventa la priorità per i politici. Quindi il vostro ruolo è importantissimo”. Così, il segretario generale del Consiglio d’Europa, Maria Pejcinovic Buric, aprendo ufficialmente ieri mattina a Strasburgo il Forum mondiale sulla democrazia 2021 sul tema “La democrazia più salvare l’ambiente?”.
I sondaggi mostrano che “l’ambiente preoccupa i cittadini in modo sempre più profondo” ha continuato la segretaria generale, ma che se “alcuni anni fa i cittadini erano pronti a progressi graduali, oggi li vogliono radicali”. Pejcinovic Buric ha anche sollecitato alla “partecipazione: ci sono tante vie per partecipare, rendersi visibili e presenti, farsi sentire”, esercitando una pressione che “è necessaria a tutti i livelli”. Collaborazione e multilateralismo due parole chiave; ed è per questo che la Corte europea per i diritti umani sta sviluppando una significativa giurisprudenza; alcune convenzioni sono legate all’ambiente; si sta lavorando anche a uno strumento legalmente non vincolante sui temi ambientali. Ma mentre cresce la consapevolezza, “la vera domanda è: quanto veloce vogliamo andare?”.
La rappresentante permanente della Francia al Consiglio d’Europa Marie Fontanelle ha sottolineato la “sincronia della discussione al Forum con quella che sta avvenendo a Glasgow”, e ha raccontato l’esperienza francese della “convenzione cittadini per il clima” del 2019 che ha portato alla definizione di 149 raccomandazioni, da cui è nata la “legge sul clima e la resilienza” dell’agosto scorso, in un delicato e difficile “equilibrio tra partecipazione e passaggio all’azione”. Seduto nell’emiciclo un giovane partecipante nigeriano, che ha posto una domanda: “noi abbiamo troppo poca democrazia per salvare il pianeta. Come fare?”.