MARCHE – La valorizzazione della biodiversità passa attraverso scienza, promozione e informazione. Rilancio delle aree rurali, del paesaggio e delle tipicità agricole che le connotano e fanno dell’Italia un’attrazione turistica unica e sostenibile. Meraviglie da salvaguardare e tramandare solo garantendo un reddito dignitoso agli agricoltori. Dalle Marche, regione tra le più esemplari per patrimonio di biodiversità, ed esattamente ad Arcevia, in occasione dell’evento dedicato, Cia-Agricoltori Italiani rinnova il suo appello per la salvaguardia, chiedendo alle istituzioni interventi concreti, ma anche nuove sinergie.
L’appuntamento, infatti, guidato dalla presidente Cia Marche, Mirella Gattari e con l’intervento del presidente nazionale Cia, Dino Scanavino e tanti autorevoli ospiti, è stato occasione importante per riportare l’attenzione sul vero peso della biodiversità del Paese. Basti pensare ai 1800 vitigni autoctoni nostrani, rispetto ai 200 francesi, ai 997 tipi di mele italiane su 1227 presenti nel resto del mondo o alle 1400 varietà di grano che si confrontano con le sole 6 degli Stati Uniti.
Inoltre, nelle Marche, come sottolineato da Cia, è particolarmente forte e radicato l’impegno a tutela delle tradizioni, nei campi e a tavola, con gli agricoltori custodi di un tesoro genetico unico, ben rappresentato, ad esempio dal cavolfiore verde di Macerata, di cui oltre 20 anni fa, la stessa Cia Marche, fu grande promotrice affiancando il Crea nello sviluppo di una fruttuosa collaborazione pubblico-privato che ha permesso poi di portare nel mondo, un prodotto speciale della terra marchigiana.
“Per questo -ha dichiarato Mirella Gattari, presidente di Cia Marche- chiediamo alla politica sempre più attenzione e strumenti, non solo economici e finanziari. Serve un progetto ampio per continuare a far conoscere e apprezzare le Marche. Solo in sinergia -ha aggiunto Gattari- possiamo continuare a produrre materie prime sane, genuine ed essenziali della biodiversità italiana, ma anche tutelare suolo e paesaggio, combattere i cambiamenti climatici e garantire presidio del territorio e nelle aree interne dove, appunto, la biodiversità è uno degli elementi di forza.
“Obblighiamo le Regioni che ancora non si sono dotate di un registro degli Agricoltori custodi a predisporlo -ha continuato la presidente di Cia Marche Gattari-. Armonizziamo e completiamo la legislazione vigente, lavoriamo insieme per arricchirla con le strategie europee, Farm to Fork e Biodiversity, rendendola semplice e snella. Alle imprese servono norme semplici”.
“L’agricoltura è sentinella di territorio e biodiversità -è intervenuto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino. Dobbiamo, quindi, presidiare il confronto istituzionale a livello nazionale ed europeo affinché le sia sempre riconosciuto un ruolo centrale e significativo nella tutela dell’ambiente e dei suoi ecosistemi. Gli agricoltori accolgono -ha concluso Scanavino- e con grande senso di responsabilità e visione di lungo periodo, le importanti sfide della transizione green. La giornata di oggi, ma soprattutto ciò che mette a fuoco, ne è la prova tangibile. Su circa 8,7 milioni, circa un milione di specie viventi sono a rischio estinzione. La biodiversità delle nostre regioni, come qui nelle Marche merita un’azione più coesa e chiari obiettivi comuni di salvaguardia”.
All’evento “Marche, patrimonio di biodiversità”, sono intervenuti tra gli altri: Maria Giuditta Politi, Presidente Cia Ancona; Dario Perticaroli, Sindaco di Arcevia; Mirco Carloni, Vicepresidente Giunta regionale Marche; Andrea Bordoni, Direttore Assam Marche; Leonardo Seghetti, Docente Ist. Tecnico Agrario “C. Ulpiani” Ascoli Piceno; Ambra Micheletti, Assam Marche – Responsabile Progetto Biodiversità; di Dimitri Giardini, Agronomo Cia Ancona; Rodolfo Santilocchi, Docente Università Politecnica delle Marche – Facoltà di Agraria; Massimo Bergamo, Presidente Coop e il Paesologo Franco Arminio.