“Preghiamo con forza che la giunta militare rispetti le chiese e gli edifici religiosi”. È l’appello giunto dal Myanmar a seguito dell’ennesimo attacco incendiario ad una chiesa nella città di Thantlang, nello Stato Chin del Myanmar. A formularlo è il vescovo della diocesi di Hakha, mons. Lucius Hre Kung, da cui dipende la comunità cattolica colpita.
Il 27 novembre scorso, l’esercito della giunta militare ha dato fuoco alla chiesa cattolica di San Nicola nella città di Thantlang. Il 28 novembre tutto il mondo cristiano è entrato nel periodo dell’Avvento ma qui in Myanmar si respira un clima difficile e le previsioni sulla celebrazione del Natale non sono affatto positive. “Data la situazione attuale – confida sempre il vescovo Kung -, siamo sicuri che sarà impossibile celebrare il prossimo Natale con la gioia e nella pace, come in passato. Tuttavia, preghiamo affinché con le preghiere e l’aiuto della comunità internazionale, il Bambino Gesù porti gioia e pace alla gente del Myanmar a Natale”. L’attacco alla chiesa di Thantlang purtroppo è solo l’ultimo di una lunga serie: secondo la Chin Human Rights Organization (Chro), tra agosto e novembre, nello stato di Chin, almeno 22 chiese sono state bruciate o distrutte dai militari insieme a più di 350 abitazioni civili. Thantlang – spiega il vescovo al Sir – è “una città deserta”. “È una delle 9 città dello Stato di Chin e dista 22 miglia dal centro della diocesi cattolica di Hakha. Ci sono circa 10.000 residenti a Thantlang. La maggior parte delle persone sono di confessioni cristiane ma pochi sono i cattolici. Ora, a causa dei problemi politici, tutte le persone sono fuggite in altri villaggi e città per sicurezza. Anche i fedeli cattolici, compreso il parroco e le suore, sono fuggiti da Thantlang”. I militari prendono di mira le case con sparatorie e bombardamenti indiscriminati. L’ultimo attacco è avvenuto un paio di giorni fa con almeno 49 edifici bruciati e rasi al suolo tra cui la chiesa battista di Thantlang. Il vescovo confida di non capire il motivo che determina l’atteggiamento ostile dei militari “nei confronti delle chiese” ma quello che in realtà gli sta più a cuore è la condizione in cui “vivono le persone sia di Thantlang sia di tutte le altre città dello Stato di Chin. Sono davvero in un momento difficile. Sono molto preoccupato, in particolare per la mancanza di cibo quotidiano, per la salute fisica e mentale della gente, per l’educazione degli studenti e la loro spiritualità. Tutto è seriamente messo a dura prova dai problemi politici e dal Covid-19”.