SPOLETO – Nella Basilica di S. Gregorio Maggiore a Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto una Messa in suffragio di del vescovo Giuseppe Chiaretti a sette giorni dalla morte. Il Presule, che è stato vescovo di S. Benedetto del Tronto-Montalto-Ripatransone prima e di Perugia-Città delle Pieve, era “figlio” e presbitero della Chiesa di Spoleto-Norcia. Con Mons. Boccardo hanno concelebrato diversi sacerdoti. Era presente anche la signora Piera, sorella del compianto Vescovo.

Mons. Chiaretti era nato a Leonessa (RI), al tempo parte della diocesi di Spoleto, il 19 aprile 1933; ordinato presbitero dall’arcivescovo Mario Raffale Radossi l’8 dicembre 1955. È stato parroco in diverse comunità (nell’altipiano tra Leonessa e Cascia, nella bassa Valnerina e infine a Pigge di Trevi) e Vicario generale dell’Arcidiocesi; è stato insegnante di Lettere nelle scuole superiori di Spoleto. Eletto alle sedi vescovili di Montalto e Ripatransone – San Benedetto del Tronto il 7 aprile 1983, è stato ordinato vescovo nella Basilica Cattedrale di Spoleto il 15 maggio 1983. Vescovo di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto il 30 settembre 1986; promosso a Perugia – Città della Pieve il 9 dicembre 1995. Nominato vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana il 30 maggio 2005. Divenuto emerito il 16 luglio 2009.

Omelia mons. Boccardo: «Mons. Chiaretti – ha detto – è stato “figlio” e presbitero di questa nostra Chiesa diocesana e con la celebrazione di questa sera lo affidiamo a Gesù buon pastore perché lo accolga nella solenne liturgia del cielo. È stato bello vedere quante persone lo hanno ricordato come educatore e testimone. Noi specialmente facciamo memoria della sua fede, del suo sacerdozio e del suo servizio come Vicario generale. Don Giuseppe è stato capace di trasmettere tante nozioni (la sua preparazione culturale era vasta e profonda) ma soprattutto ha aiutato tanti giovani a crescere interiormente. Il compianto Vescovo è da tutti ricordato come uomo sapiente e arguto, appassionato della storia locale, conoscitore profondo della nostra Chiesa diocesana. In un passaggio del testamento spirituale scrive: “Intendo rinnovare anche alla fine l’offerta che fu della mia giovinezza: “Signore, ti do tutto. Ma tu dammi un sacerdozio splendido!”. Dare tutto a Dio: questo è quanto ci ha testimoniato don Giuseppe, che al termine della sua vita ha riconosciuto la mano di Dio che ha guidato i suoi giorni terreni, e noi siamo chiamati ad imitarlo».

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