GROTTAMMARE – In un fazzoletto di 30 Km tra la marca fermana e ascolana, ancora oggi si può percepire e toccare con mano la storica presenza di Papa Sisto V, tra l’eredità di opere, gioielli preziosi e palazzi monumentali, simbolo dell’attaccamento del Pontefice per la sua terra d’origine.

Un sorprendente cammino di arte, fede e ingegno attraversa borghi assopiti tra incantevoli paesaggi collinari e frizzanti cittadine di mare per ripercorrere, attraverso antichi manoscritti, preziose reliquie, sontuose suppellettili, gioielli e collezioni private, i gusti e le imprese di Felice Peretti, passato alla storia come Papa Sisto V, del quale il 13 dicembre 2021 ricorrono i 500 anni dalla nascita. Un percorso di vita unico quello del grande Pontefice marchigiano, nato nel 1521 a Grottammare da una famiglia di Montalto delle Marche e celebrato dalla Regione Marche con un ricco calendario di iniziative (https://www.sisto500.it) e un itinerario attraverso luoghi fortemente identitari, in grado di trasmettere il carisma e la determinazione del ‘Pontefice visionario’ che, in soli cinque anni (dal 1585 al 90), ha lasciato tracce indelebili nelle Marche così come nella Capitale.

Tra le solide mura della Perla dell’Adriatico, Grottammare, elegante località turistica sulla Riviera delle Palme, ha inizio il viaggio tra le ricchezze dell’eredità di Sisto V custodita nei secoli. Nel pluripremiato borgo marino, Bandiera Blu d’Europa e tra i Borghi più Belli d’Italia per l’ospitalità il ricco patrimonio storico e culturale, con la facciata rivolta verso il mare svetta la Chiesa di S. Lucia (chiusa poiché danneggiata dal terremoto, ma che grazie ad un intervento della Regione Marche per le Celebrazioni sistine sarà presto restaurata), eretta su progetto dell’architetto Domenico Fontana nelle vicinanze della casa natale di Sisto V per celebrare il suo giorno di nascita. Completata dalla sorella Camilla, oggi ospita un organo barocco del 1752 opera dell’artigiano Francesco Fedeli della Rocchetta di Camerino. Poco lontano, accarezzata dalla brezza marina della spiaggia sottostante, la Chiesa di S. Giovanni Battista, dove il Papa fu battezzato, include una sede dei Musei sistini che custodisce, tra le altre opere, due tavole di Vittore Crivelli e una pala di Vincenzo Pagani, oltre a un ritratto di Sisto V. Pezzi da novanta della collezione sono il calice per le celebrazioni liturgiche che il Papa lasciò in eredità alla città ed il Cristo del XIII secolo proveniente dal convento di S. Francesco alle Fratte, dove prese i voti. Immancabile è una foto nel cuore segreto del borgo, lo splendido loggiato panoramico nei pressi del settecentesco Teatro dell’Arancio, sulla cui facciata spicca la statua di Papa Sisto V realizzata da Stefano Interlenghi, così come una passeggiata in bici lungo la ciclopedonale sul litorale di palme, aranci e oleandri, fino al Viale Marino. Attraverso lucenti pavimentazioni in marmo di Carrara e colorate ville liberty degli inizi del Novecento, si finisce ad ammirare la spiaggia in Piazza Kursaal, interamente in travertino e adornata da palme e pini secolari.

Attraversando lunghi crinali coltivati a vite si raggiunge Montalto delle Marche, “Patria carissima” di Sisto V, a cui manifestò affetto e vicinanza con arditi progetti che ne conferiscono tuttora l’aspetto monumentale. Appena arrivati in paese si è accolti da Piazza Sisto V, dove s’affacciano la Cattedrale di S. Maria Assunta – talmente voluta dal Pontefice che per costruirla fece spianare un colle – e il Palazzo della Eccellentissima Camilla, divenuto poi Seminario. Con una breve passeggiata si raggiunge l’antico incasato in cui si possono idealmente collocare i locali della zecca sistina, istituita a Montalto proprio per volere di Sisto V. Costeggiando Palazzo Paradisi si arriva poi alla dimora dove visse Felice Peretti e all’imponente Palazzo del Governatore, un tempo sede amministrativa del Presidato, un territorio di ben 17 città. Ma l’eredità artistica di maggior pregio è il Reliquiario, capolavoro d’arte orafa parigina dal valore inestimabile.

Generalmente conservato al Museo Sistino Vescovile (chiuso per lavori), nel corso di questi mesi lo si è potuto ammirare insieme alla Pianeta Papale e ad altre importanti opere a Palazzo Paradisi, dove da giugno 2021 ha impreziosito l’esposizione Sisto V – Il Papa Visionario mentre, dal 13 dicembre, sarà parte dell’imperdibile Mostra Sisto V e Pericle Fazzini, gloria e memoria. Prima di lasciare il borgo si può omaggiare il suo cittadino più illustre ammirando l’opera scultorea in bronzo realizzata proprio dal grottammarese Pericle Fazzini. Il Monumento si caratterizza per la modernità e l’avanguardia, con una struttura che, ruotando su sé stessa, proietta il profilo sistino a 360° su panorami sempre diversi durante le ore del giorno. Nel cuore della Valdaso infine, straordinariamente intatto è il Mulino di Sisto V, raro esempio di macinatoio fortificato. Attivo già dal 1320, prende il nome dalla cessione fatta dai Priori nel 1567 al futuro Papa Sisto V e alla sorella Camilla, beneficiari delle rendite per cinque anni a scomputo della somma prestata alla comunità.

Il filo rosso che collega i luoghi sistini conduce così a Fermo, città dalle antiche effigi augustee, dove a sovrastare le spettacolari Cisterne romane – complesso archeologico d’ingegneria idraulica senza pari con trenta sale sotterranee – si erge il Palazzo dei Priori, su cui svetta la grande statua bronzea di Papa Sisto V, vescovo di Fermo dal 1571 al 1585. Nel vicino archivio di stato si conserva ancora la ‘Bolla Sistina’ con cui, a soli cinque mesi dall’elezione a Papa, concedette il ripristino dell’università. Dopo un tuffo nell’arte ai Musei Civici, con il capolavoro della Natività del Rubens e la scenografica Sala del Mappamondo, regalatevi un po’ di ristoro all’ombra del secolare cedro del Libano che si erge al centro del Piazzale del Girfalco con una vista a perdita d’occhio sulle valli fino al mare. A fianco, l’imponente cattedrale neogotica di S. Maria Assunta dallo stupefacente portale con arco a tutto sesto racchiude un sarcofago paleocristiano del III-IV secolo e il Museo Diocesano, dove ammirare il Pastorale di Sisto V in guscio di tartaruga e madreperla.

La collezione dei scintillanti argenti donati da Sisto V vi attende al Museo di Arte Sacra di S. Benedetto del Tronto, cittadina ideale per trascorrere un pomeriggio dall’atmosfera esotica, tra i 15 km di piste ciclabili ombreggiati da 8 mila palme, con giardini, fontane, zone relax e giochi per bambini. Si può pedalare fino alla Riserva Naturale Sentina e fare birdwatching tra lagune di acqua salata e sabbia avvistando il Martin Pescatore, la Gru e il Falco di Palude, e poi visitare il Museo del Mare, tra anfore, vascelli e conchiglie.

Proseguendo il cammino tra le imprese del ‘Papa tosto’, c’è l’esposizione “I doni di Sisto V alle terre del Piceno” che attraversa le sedi dei Musei sistini (www.museisistini.it – prenotazioni 347/3804444), tutte in provincia di Ascoli Piceno: Castignano, Force, Montemonaco, Rotella, S. Benedetto del Tronto, Monteprandone, Comunanza, Grottammare, Montalto delle Marche e Ripatransone.

Determinazione proverbiale Di umili origini, grazie al talento, al carisma, alla fermezza e alla grande vocazione riesce a contrassegnare un Pontificato di soli 5 anni con azioni complesse e radicali, agendo in modo determinante e duraturo nelle Istituzioni ecclesiastiche, nella liturgia, nelle relazioni internazionali, nella riorganizzazione sociale ed economica dello Stato Pontificio, nella pianificazione urbanistica ed edilizia. Operò molto nella e per la Città di Roma, ma non dimenticò mai i suoi luoghi d’origine nelle Marche.

Trasforma il volto di Roma L’assetto urbanistico della Capitale migliora visibilmente grazie alla sua vocazione costruttiva. Completa la Cupola di S. Pietro, demolisce e ricostruire il Palazzo Laterano e, per unire simbolicamente i quattro angoli di Roma, fa erigere altrettanti obelischi: in piazza S. Pietro, in piazza dell’Esquilino, in piazza S. Giovanni in Laterano e in piazza del Popolo.

La vita A Grottammare vive un’infanzia povera ma grazie all’interessamento di uno zio entra nel convento di S. Francesco delle Fratte a Montalto delle Marche, dove a 12 anni diviene novizio. Nel 1535 entra a far parte dell’ordine francescano col nome di fra’ Felice e si dedica alla filosofia e alla teologia. Dopo aver contribuito alla preparazione del Concilio di Trento, diviene Inquisitore di Venezia. Consacrato vescovo nel 1567, diventa Cardinale nel 1570. Eletto infine Papa nel 1585, prende il nome di Sisto V, dando inizio ad un Pontificato che, sì, durerà solo cinque anni, ma lascerà comunque impronte indelebili nella storia. Morto di malaria il 27 agosto 1590 nel palazzo del Quirinale, le sue spoglie riposano nella cappella che aveva fatto costruire nella Basilica di S. Maria Maggiore a Roma.

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