A distanza di 50 anni dalla prima missione a Bozoum, a 400 km a nord della capitale Bangui, i carmelitani scalzi contano oggi 5 case e conventi, con 7 missionari italiani e 12 autoctoni. Perciò in questi giorni di Avvento si festeggia anche l’arrivo dei carmelitani scalzi in Centrafrica: i primi quattro frati italiani si misero alla guida della parrocchia San Michel a Bozoum, già fondata dai padri spiritani francesi e poi ceduta nel 2019 ai cappuccini. “La nostra presenza è iniziata in modo discreto e timido – dice il missionario –. Non immaginavamo di crescere così tanto. I frati autoctoni ci hanno superato e questo è un buon segno di vitalità. Manca ancora la presenza delle nostre consorelle carmelitane scalze di clausura: è il nostro più grande sogno ma ancora non siamo riusciti”. Il 19 dicembre tutta la comunità carmelitana festeggerà l’anniversario a Bozoum con una celebrazione presieduta dal vescovo di Bouar, Mirek Gucwa e l’ordinazione di due confratelli: “Per noi è il modo migliore per celebrare il cinquantesimo anniversario, alla vigilia di Natale”. Lo slogan scelto per l’anniversario è la frase di Santa Teresa di Lisieux “Vorrei percorrere la terra per annunciare il Vangelo”. “Noi ci sentiamo esecutori di questo grande desiderio che la nostra consorella, monaca di clausura morta giovanissima, non ha potuto realizzare”, spiega. Un altro grande avvenimento per il Carmelo di Bangui è la costruzione di un nuovo convento con foresteria e una nuova grande chiesa. “Prima celebravamo la messa in cortile in una chiesa di lamiera – conclude -. Ora che siamo in un periodo di relativa pace il cantiere va avanti molto bene e questo ci riempie di gioia”.