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Direttore Pompei: “La Notte in cui gli animali si misero a parlare”

Di Pietro Pompei

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Forse in omaggio al bue e all’asinello che riscaldarono Gesù Bambino nella stalla di Betlemme, fu permesso agli animali, per una notte, di parlare. E’ la leggenda che circolava nelle nostre famiglie e incuriosiva noi ragazzi. Speriamo proprio che non sia vero. Se anche per una sola notte gli animali si mettessero a parlare, sentarisce che civoleche! Per fare questo, poi, dovrebbero ragionare come gli uomini e allora sarebbe la fine del mondo. Pensate cosa succederebbe se alcuni animali  prendessero coscienza della loro forza e nel contempo ragionassero come gli umani: la violenza, la sopraffazione, l’ingordigia, le guerre minacciate e fatte, i fanatismi! Poveri noi! Eppure quella notte si parlò di PACE, ma con un’aggiunta che sembra si sia dispersa nell’eco: “ Agli uomini di buona volontà”. Gli animali che hanno orecchio fino l’hanno udito ed hanno creduto in un mondo di buona volontà ed è per questo che, sembra, i loro discorsi sono sempre rimasti nell’alveo della PACE.

Scambiarsi gli “AUGURI DI PACE” ai nostri tempi, in cui è ordinaria la violenza, vicina e lontana, sembra parlare un linguaggio di un altro pianeta. Ci si chiede: “ Perché tanta cattiveria nel mondo d’oggi, quando l’uomo è riuscito ad avanzare tanto nella civiltà, abbattendo molti ostacoli e riuscendo con il progresso a risolvere vari problemi che in passato mettevano a repentaglio la sua esistenza?”.

Forse il male maggiore è stato quello di aver ucciso la fantasia. Quando la fame attanagliava i nostri stomaci, certamente la “cicala” era odiosa con il suo canto perditempo e prendemmo come esempio la “formica”, che sicuramente fu l’unica a non parlare nella notte di Natale, così preoccupata a scavare magazzini per riempirli di chicchi di grano. Il mondo è diventato un “formicaio”, in un’attività frenetica ed una voracità insaziabile. Tutti a testa bassa in una lunga ed interrotta catena di montaggio, a produrre in continuazione, senza più un sorriso.

Noi in questo Santo Natale e Capodanno vogliamo rendere giustizia alla “cicala”, risuscitare la fantasia e gridare al mondo il nostro desiderio di PACE. Se poi lo immaginiamo  come linguaggio universale, allora possiamo concretamente sperare in un MONDO MIGLIORE.

Potrebbe essere questo il “migliore” AUGURIO che oggi potremmo farci se non si fosse intromesso questo “Covid” ad imbrogliare le carte e ad alimentare tra gli uomini il “sospetto” che nel corso della storia umana ha creato tanti disastri. Ed anche qui gli animali hanno avuto la loro parte.

Nelle letture che abbiamo fatto in questo anno liturgico del Vecchio e Nuovo Testamento abbiamo constatato come nonostante il comportamento del popolo prediletto di sfiducia verso Dio, Questi non ha mai abbandonato il suo popolo. Si è presentato in una stalla in una estrema fragilità, iniziando il percorso della salvezza dell’umanità.

A noi si chiede una coscienza, alimentata anche da un pizzico di fantasia, che ci porti alla conversione nella consapevolezza ad arricchire la nostra fede.

La “pandemia” sarà sconfitta se torneremo ad avere fiducia.  AUGURI!!!

 

 

Redazione: