Don Luigino: “Una memoria personale, non esaustiva ma grata di monsignor Chiaretti.
Preghiera dei fedeli, non proclamata, per le esequie di Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe Chiaretti.
Padre buono, pastore eterno, accogli nella liturgia del cielo il vescovo Giuseppe, “monsignore”(1) come preferiva essere chiamato.
Ha sofferto, non poco, nel cammino di unificazione e nella guida della nuova diocesi. (2)
E’ stato presente, con autorevolezza, rafforzata da una vita austera, sbucando senza avviso (3), nelle canoniche, quasi con il dono dell’ubiquità, per fraternizzare, incoraggiare, consigliare e misericordiare.
Ha faticato, senza risparmiarsi, soffrendo la solitudine, nello spingerci alla “novità” e creatività nella pastorale, vedendo lungimirante, i benefici della nuova evangelizzazione e santificazione dei fedeli. (4)
Ha valorizzato il laicato, riconoscendone il sacerdozio battesimale e gli innumerevoli carismi (5); ha istituito e inventato nuovi ministeri. (6)
Si è adoperato al dialogo con tutti e a creare ponti con i vari ambienti di vita del territorio, stimato umanista, teologo (7) e di ampia cultura(8) qual era.
Si è dedicato all’adeguamento e decoro della nuova cattedrale (9) ma ancor più alla cattedrale dei poveri: “il biancazzurro”.
Ha visitato, Pastore zelante, più volte tutta la diocesi (10) e istituì una commissione per la celebrazione del Sinodo diocesano.
Padre misericordioso, accogli il vescovo Giuseppe, tuo servo (11) buono e fedele a prendere parte alla gioia del suo Signore, nella tua e nostra casa.
Preghiamo.
1. Appena arrivato in diocesi ci predicò gli esercizi spirituali dal tema: “La mia Chiesa” mostrandoci la sua sposa secondo la “Lumen gentium”. Fece entrare definitivamente il Concilio in diocesi. In quell’occasione, in una delle prime “collatio”, ci disse che preferiva essere chiamato “monsignor”e”.
2. Un esempio tra tanti: “umiliato” nella vendita dell’edificio delle “opere cattoliche” di via Formentini, per l’individualista incomunicabilità di Istituti preposti. Non fu sufficiente la riunione congiunta del CPD, CDAE e il CDA dell’IDSC. Ero segretario del CPD.
3. due volte a Castignano.
4. Due esempi: A. il Congresso Eucaristico, conclusosi con la vibrante Eucaristia al Ballarin, 5000 persone sugli spalti (ho visto per la prima volta la Chiesa diocesana, sposa splendidamente vestita dei carismi dei suoi membri) e l’interminabile ed esultante processione verso la cattedrale. Al termine, dentro la cattedrale, riposto il Santissimo dall’ostensorio appositamente ideato e costruito, spinsi il vicario generale a ringraziarlo pubblicamente a nome del renitente Presbiterio, riconoscendone l’enorme successo pastorale (mi aveva pregato con insistenza, di fare il segretario della Commissione per il Congresso). B. La missione popolare diocesana animata dai Frati minori quasi naufragata per la nostra perplessità pastorale, propensa all’immobilismo. Gli si attribuisce la frase: “ho un esercito senza generali!” confidata a un confratello.
5.Ha costituito, curato e incrementato la Consulta dei Laici, favorendo e riconoscendo dignità alle aggregazioni laicali, tanto da farne la più efficiente in regione.
6.La scuola diocesana dei ministeri laicali: catechista, lettore, straordinario dell comunione, dell’accoglienza nella triplice accezione caritativa, liturgica e turistica.
7. Il Presbiterio non si accorse e non si congratulò per la sua elezione a presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo; me ne accorsi nel vedere la sua firma in calce alla presentazione del sussidio della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani.
8. Due esempi: la pastorale di ambiente: verso i pescatori, il mondo del turismo (la Pasqua dell’albergatore) e dello sport …; la ricerca sul movimento cattolico nella nostra diocesi.
9. Creò una commissione reperimento fondi per la realizzazione del “mosaico” dell’abside commissionato a fra Ugolino da Belluno, fallito il tentativo ripiegò per il dipinto a spese proprie.
10.Parroco a Castignano sono andato a prenderlo, due sere, a san Venanzio, dove parcheggiava, per la strada già ghiacciata.
11. All’annuncio del suo trasferimento-promozione ad arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, presente il metropolita Arcivescovo Bellucci, don Adamo Mercuri, oppositore nel ritrasferimento dei beni dall’IDSC alle parrocchie, lo salutò, riconoscendone la statura, dicendo: “… è passato un uomo … è passato Dio!”.
Grazie Monsignore!”