Di Giuseppe Mariucci
MONTELPARO – Era nell’aria, ma nessuno ci voleva pensare e credere!
Anzi ci si organizzava per arrivare prima di tutti ad accaparrarsi quei preziosissimi tagliandi che avrebbero reso possibile prelevare l’agognato “Coppu de Vaccalà”.
L’annuncio ufficiale è avvenuto nella serata del 3 gennaio 2022 con un comunicato diffuso dal “Comitato del Baccalà di Sant’Antonio Abate di Montelparo” che così avverte:
“In data odierna, 3 gennaio 2022, siamo costretti e con rammarico ad informarvi che l’edizione 2022 della Festa del Baccalà di S. Antonio non verrà realizzata. Le condizioni attuali della pandemia non hanno reso possibile rispettare le fondamentali norme necessarie per la sicurezza e tutela della salute degli intervenuti. Vi diamo dunque appuntamento per il 2023!”. E questo comunicato arriva dopo tanti tentativi di ripartire che il Comitato stava effettuando da mesi!
Tristezza, malinconia e vera desolazione sono i sentimenti che si sono impossessati dei montelparesi, ma non solo, se è vero (come è vero) che, nel periodo in cui la festa si realizza, in questo nostro minuscolo paese di poco più di 700 abitanti, l’afflusso degli amanti di questo particolare prodotto raggiunge, in soli 3/4 giorni la cifra di Otto/Novemila persone!
L’usanza della distribuzione del Baccalà nacque oltre trecento anni fa quando i frati, del locale convento Agostiniano con annessa chiesa, vollero ringraziare la popolazione montelparese per l’aiuto offerto nella ricostruzione di quanto distrutto dal terremoto offrendo un lauto pranzo a base di baccalà, pane e vino! Tutto ciò divenne una consuetudine per gli anni successivi e sempre nel periodo in cui si venerava il ricordo di Sant’Antonio Abate.
Dopo che i frati lasciarono il convento (1860), che passò di proprietà comunale, per perpetuare l’usanza del baccalà che si era oramai radicata nel costume e nel folclore del paese, sorse un Comitato (di soli uomini! Così come usa ancora!) che si occupò di mandare avanti la storia!
Da allora e fino agli inizi del 1960 la festa era solo paesana! Essa si venne poi allargando, fino a raggiungere le cifre che abbiamo citato sopra, con gente proveniente da tutte le Marche e regioni limitrofe.
La ricorrenza ha preso talmente tanta strada che ne sono venuti fuori anche convegni specifici organizzati da associazioni nazionali della cucina per studiare e sottolineare un fenomeno così particolare da creare curiosità e interesse anche oltre i confini nazionali!
Anche l’Associazione Culturale-Compagnia Teatrale locale “IL MURELLO” sottolineò l’importanza dell’evento portando in palcoscenico, nel 2014, una particolare e bellissima messa in scena (“U Miraculu de Sand’Andonio Abbate” commedia dialettale sceneggiata da Paolo Mariucci e da lui tratta da un racconto di Filippo Cruciani) dove, tra gli altri, recitarono molti “festaroli” (tra di essi il Presidente Matteo Lupi)!
Per la verità anche il sisma del 2016 ha interferito ferocemente su questa “usanza e ricorrenza storica”! Il tutto, prima, si svolgeva proprio all’interno del Convento con le meravigliose sale in esse contenute (una per tutte il famoso “Cantinone”). Dopo il terremoto, infatti, il Convento Agostiniano fu dichiarato inagibile e “incatenato”. La palestra comunale però, supportata da attrezzatura esterna, seppe sopportare il peso di tutta la preparazione e distribuzione!
Storia, folclore, usanze e ricordi centenari sono, quindi, momentaneamente bloccati! Moltissimi sono, in queste ore, i messaggi di solidarietà, di dispiacere e rammarico che arrivano da ogni dove!
Siamo comunque certi che questi momenti complessi avranno fine e che tutto ricomincerà già dal prossimo anno!!!