Amerigo Vecchiarelli
“Siamo chiusi in casa anche se qui nel villaggio la situazione è tranquilla, sappiamo quello che sta succedendo nelle città e per questo innalziamo a Dio una preghiera incessante affinché torni presto la pace”. Suor Claudia, missionaria della Consolata colombiana, con esperienza di missione in Tanzania, racconta quanto sta accadendo in Kazakistan. “Noi – dice la religiosa – abitiamo in un villaggio a circa 40 chilometri da Almaty, un’ora circa di macchina dalla città. Dall’altro ieri ci hanno tagliato internet e le comunicazioni sono molto deboli. Sappiamo che tutto è chiuso, che la città è chiusa e che per entrarvi è necessario un pass speciale. Inoltre, il governo ha dichiarato lo stato d’emergenza per due settimane e ha chiesto a tutti gli abitanti, sia delle città che dei villaggi, di rimanere a casa. Qui nel nostro villaggio non c’è movimento nelle strade e sono pochissimi i negozi aperti”.
Sì, sappiamo quello che sta succedendo ad Almaty ed in altre città del sud. Sappiamo che
la situazione è molto delicata.
Abbiamo visto anche noi le immagini degli incendi e delle repressioni. Inoltre le notizie su quanto sta accadendo ad Almaty ci sono state confermate anche da tanti nostri amici.
Averte subito ritorsioni anche voi?
No, noi siamo in una situazione più tranquilla rispetto a quella delle città. Il clima è più pacifico ma sappiamo che si sta consumando un dramma. Al momento sappiamo poi che l’Aeroporto è stato chiuso, che non si può partire né arrivare almeno fino alla sera di domenica.
Come pensate di essere presenti e utili in questa situazione in cui tanta gente sta perdendo la vita?
Innanzitutto con la preghiera. Ieri siamo stati tutto il pomeriggio in adorazione davanti al santissimo chiedendo pace per il popolo del Kazakistan. Questa è la prima cosa. E poi proviamo ad essere presenti nella vita di chi ci vive accanto.
Andiamo a trovare i nostri vicini facendoci compagni, ascoltiamo le loro difficoltà e cerchiamo di essere con loro e per loro. È chiaro poi che questa situazione incide sul lavoro che diminuisce e quindi proviamo anche a sostenere come possiamo la gente locale.
Da quello che sapete come è la situazione nel Paese?
Abbiamo da poco passato le feste per l’anno nuovo, feste che qui sono sempre molto sentite dalla popolazione. Qualcuno aveva comprato un po’ di cibo in più ma ora le scorte stanno terminando e se non riaprono presto i negozi si rischia la fame. Mancano i prodotti. Sappiamo che questa è comunque una situazione che accomuna tante famiglie che vivono in povertà e patiscono questa la situazione. Sappiamo che i lavoratori di Almaty e delle città sono in seria difficoltà. Difficoltà che ora si uniscono a quella generata dal Covid che ha provocato seri problemi in tutto il Paese. Tutto questo ha inciso sull’economia e le conseguenze ricadono inevitabilmente sulle famiglie e sugli anziani.