M.Michela Nicolais
Il nostro è “un tempo fortemente caratterizzato dalla paura verso un virus, verso gli altri e, persino, verso la storia”. Ne è convinto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che introducendo i lavori del del Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Roma fino al 26 gennaio, ha fatto notare come tra la gente si manifesti “il segno tangibile della paura”: “un timore profondo non solo per il presente, ma anche per il futuro”. “Molti, soprattutto tra i giovani, si sentono defraudati di qualcosa che invece sarebbe stato accordato ad altre generazioni del passato”, l’analisi del cardinale: “Non mancano certo le ragioni di preoccupazione per la salute pubblica, per l’economia e, più in generale, per la tenuta sociale del Paese”. Di qui la necessità di “partire dai suoni e dai rumori che ci sono, cioè dalla realtà concreta”, come sta facendo il Chiesa italiana in questo primo anno del Cammino sinodale voluto dal Papa, che “sta generando sempre più entusiasmo nelle nostre comunità”. Tra le “sfide sociali e politiche che abbiamo davanti”, Bassetti ha citato in primo luogo quella dei giovani, a cui ha detto, sulla scorta del messaggio di fine anno del presidente Mattarella: “Non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società”.
Il futuro dei giovani. Le statistiche sono indubbiamente preoccupanti: “i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. In Italia la povertà cresce al diminuire dell’età. Oltre l’80% delle diocesi segnala la prevalenza di povertà e bisogni legati al mondo giovanile”. “I giovani forse sono i più colpiti dalla pandemia, ma possono anche essere gli artefici di questo cambiamento d’epoca, di questa inversione di tendenza”, la tesi del cardinale: “Lo dimostra la loro voglia di partecipazione e di impegno solidale che abbiamo riscontrato proprio in questo tempo di emergenza con l’arrivo di migliaia di nuovi volontari, sotto i 34 anni, nelle nostre reti Caritas”. “I giovani sono la primavera del Paese e del Continente”, ha ribadito Bassetti: “A noi il compito di accompagnarli e sostenerli; convinti che senza primavera non si va avanti”. Il primo appuntamento pubblico dedicato ai giovani sarà l’incontro di Papa Francesco con gli adolescenti italiani, in programma a Roma il 18 aprile.
La sfida del Mare Nostrum. “Non cediamo all’illusione di poterci difendere chiudendoci nei nostri confini, né pensiamo che ciò che accade nel bacino del Mare Nostrum sia qualcosa di cui possiamo disinteressarci”. E’ l’appello del presidente della Cei per le tensioni in atto, non solo in Europa. “La situazione geopolitica internazionale sta precipitando”, il grido d’allarme del cardinale “pensiamo, in modo particolare, all’Ucraina”. In questo contesto, Bassetti ha rilanciato la scelta della Chiesa italiana di promuovere l’Incontro sul Mediterraneo che riunirà a Firenze, dal 23 al 27 febbraio, vescovi e sindaci di Paesi del Mare Nostrum, a due anni dalla prima edizione svoltasi a Bari.
Inflazione e allarme sociale. Sul piano interno, il cardinale ha fatto notare che l’’inflazione in crescita “sta suscitando tanto allarme sociale anche perché, se non la si contiene entro limiti fisiologici, essa può diventare una forma occulta e iniqua di tassazione che colpisce soprattutto i redditi medio-bassi, i più esposti all’aumento dei prezzi al consumo”. “È giusto che le Istituzioni mettano in campo i rimedi possibili a tutela dei più deboli, tanto più a fronte del vistoso incremento delle disuguaglianze provocato dalla pandemia”, l’appello del presidente della Cei, che tra le conseguenze negative ha menzionato l’impatto della questione energetica sull’andamento dei prezzi.
No al referendum sull’omicidio del consenziente. “Preoccupa l’iniziativa referendaria che punta a liberalizzare l’omicidio del consenziente facendo leva su situazioni che richiederebbero ben altro tipo di risposte”, il monito nella parte finale dell’introduzione. “È in queste situazioni di estrema fragilità che il nostro ascolto si fa accompagnamento e aiuto, necessari a ritrovare ragioni di vita”, ha assicurato il cardinale, sottolineando che “la tutela delle persone fragili è un dovere non soltanto sul piano economico. In tempi come questi, la tentazione della ‘cultura dello scarto’ si fa ancora più insidiosa e può creare il terreno favorevole all’introduzione di norme che scardinano i presidi giuridici a difesa della vita umana”.
Più vaccini per tutti. “In una società che voglia essere comunità, ciascuno deve farsi carico responsabilmente della salute di chi non può accedere a questo strumento di salvaguardia”. Così il presidente della Cei ha affrontato il tema dei vaccini. “È necessario operare congiuntamente affinché, da un lato, si contribuisca ad estendere la copertura vaccinale personale; dall’altro ci si impegni per inviare i vaccini là dove mancano, con un meccanismo di dono autentico ai Paesi poveri”, l’appello del cardinale. Al termine dell’introduzione, l’omaggio ai sacerdoti, “vicini ai più deboli” in questo tempo di pandemia; alle donne e agli uomini consacrati, che “nei momenti più critici sono rimasti in trincea”, e “alle laiche e ai laici che in questo tempo spesso si sono collocati in avamposto, impegnati su vari fronti, capaci di donare come Gesù anche la vita”. Infine, “un saluto grato i medici e a tutti gli operatori sanitari, che come il Buon Samaritano, hanno incarnato e vissuto pienamente le dimensioni della cura, della custodia e dell’assistenza alla persona. Grazie a ciascuno di voi!”.
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