“Oltre che essere un elogio della virtù dell’ascolto, è anche una forte provocazione per quanti sono impegnati nel mondo della comunicazione. È inutile negarlo: viviamo in una società ipertrofica in cui il profluvio di parole rischia di farne perdere il significato. Siamo assuefatti a narrazioni continue che, alla fine dei conti, annebbiano il volto dell’altro, perché ridondanti o compiacenti ai nostri desideri”. Lo dice al Sir Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, a commento del messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2022, che si celebra il 29 maggio sul tema: “Ascoltare con l’orecchio del cuore”. “Ecco, dunque, la necessità e l’urgenza di recuperare la virtù dell’ascolto. Certamente è una grande sofferenza, perché occorre oltrepassare la soglia del silenzio, cui si è sempre meno abituati. Ma il traguardo finale è la vera comunicazione, quella che arricchisce e che diventa con-divisione, ossia empatia di una storia altra e alta”, prosegue Corrado. “Questi due anni, segnati dalla pandemia, hanno insegnato che la verità va ascoltata con umiltà. L’ascolto umile è una conquista. Non ci sono ricette pronte, ma percorsi da costruire giorno per giorno”. “L’essenzialità sfugge alla materialità”, osserva Corrado citando Antoine de Saint-Exupéry, mentre “è radicata nell’intimo, nel cuore”: “Non basta osservare per ascoltare. Così come non basta dare conto di ciò che avviene per partecipare pienamente alla ricerca della verità. ‘Ascoltare con l’orecchio del cuore’: è un invito che significa rispetto e apertura verso l’altro. Anche verso chi ci è accanto in silenzio o ha parole scomode. È questa la grande ricchezza”.
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