GROTTAMMARE – Il Gruppo scout Grottammare 2 nel corso degli anni ha visto cresce il numero dei suoi iscritti: oggi ne conta 135. Una realtà molto importanti per bambini e giovani che vivono nel territorio. Ne parliamo con i Capi Gruppo Leonardo Marconi e Sara Spinozzi.
Quando nasce il Gruppo scout Grottammare 2?
Nasce ufficialmente l’8 dicembre 1988. Fortemente desiderato dal parroco della Gran Madre di Dio, Don Gianni Anelli, il gruppo nasce grazie all’impegno e al pensiero lungimirante di un alcune persone, tra le quali Gianni Caso, Teresa Marconi, Silvano Cipolloni, che fin da subito compresero quanto il metodo scout fosse importante per la crescita di bambini e ragazzi. Nei locali della parrocchia, che tuttora ospitano la nostra sede, vennero fondati il branco Fiore Rosso e il reparto Airone, e in un secondo momento anche il clan Picchio Rosso. A partire da quell’8 dicembre, grazie a Dio, ai capi che si sono succeduti nel tempo e alla fiducia di tante famiglie, la realtà dello scoutismo è stata accolta con entusiasmo nella nostra comunità tanto che oggi il gruppo conta 135 iscritti.
Come state vivendo questo momento ancora caratterizzato dalla pandemia, quali attività riuscite a portare avanti?
Purtroppo la pandemia ci ha costretti a rivedere il nostro modo di fare attività. In concomitanza con l’aumento dei contagi, e con la chiusura delle scuole, la Comunità Capi all’unanimità ha deciso di interrompere le riunioni in presenza. Se da un lato era forte il desiderio di stare vicino ai nostri bambini e ragazzi, dall’altro il senso civico, parte integrante del nostro essere scout, ci ha spinti ad evitare qualsiasi tipo di situazione che potesse mettere a rischio la loro salute e quella delle loro famiglie. Abbiamo così scelto di incontrarci online nelle modalità e con i tempi adeguati ad ogni fascia d’età: nel rispetto delle esigenze e dei bisogni di tutti. Per la prima volta nella storia del Grottammare 2 durante l’estate 2020 non abbiamo organizzato campi estivi, consapevoli che soltanto così potevamo dare il giusto esempio di cittadini responsabili e di educatori attenti. Nei mesi successivi abbiamo riaperto le attività, ma solo quando la situazione dei contagi sembrava sotto controllo, applicando un adeguato protocollo e mantenendo le giuste accortezze. Ancora oggi ci incontriamo esclusivamente all’aperto, tutti desiderosi, dai più grandi ai più piccoli, di tornare quanto prima alla normalità, partecipando alle riunioni con spirito d’avventura e grande entusiasmo.
Cosa state progettando per il futuro?
Alla base del metodo Scout c’è la consapevolezza che soltanto aiutando i giovani a crescere nel rispetto di determinati valori possiamo contribuire a “lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”. Noi capi del Grottammare 2 crediamo fortemente che lo scoutismo sia un metodo meraviglioso per la crescita dei nostri giovani che, attraverso l’educazione alla fede, il gioco, l’avventura, il servizio, lo stare insieme, la vita all’aria aperta, possono scoprire la propria vocazione e il progetto che Dio ha su di loro. Le attività che organizziamo sono quindi incentrate sui bambini e i ragazzi e dunque i loro bisogni: camminate, cacce al tesoro, giochi notturni, canti intorno al fuoco, veglie alle stelle, incontri con testimonianze, momenti di preghiera e riflessione. Crediamo, e speriamo, che la nostra Comunità Capi continuerà ad impegnarsi in futuro per proporre attività e momenti di condivisione che possano essere d’aiuto non soltanto alle singole famiglie, ma alla società in genere, perché c’è bisogno di giovani audaci e coraggiosi che sappiano costruire la propria vita su valori improntati al rispetto per l’altro, l’amore per la natura, la fiducia e la collaborazione, oggi più che mai.
Essere scout, cosa comporta come impegno?
“C’è più gioia nel dare che nel ricevere”: questo è il principio alla base del nostro servizio. Ci incontriamo tutte le settimane per organizzare le attività delle singole branche: lupetti, esploratori e clan, siamo a servizio della parrocchia, portiamo avanti il Catechismo sia dei più piccoli che dei più grandi, ci riuniamo periodicamente in Comunità Capi per la nostra crescita personale e anche con gli altri capi dell’associazione per la nostra formazione. Senz’altro l’impegno è notevole, ma quando si crede in ciò che si fa, e soprattutto lo si fa con amore e per amore, nessuno sforzo è troppo gravoso.
Perché è importante far parte di un Gruppo Scout?
Essere scout vuol dire vivere con la speranza che il nostro mondo lo possiamo cambiare e che il cambiamento parte da noi, qui e ora. Far parte di una realtà come l’Agesci è importante perché permette di sperimentare, direttamente e concretamente, la gioia del servizio, la meraviglia del Creato, la bellezza della condivisione ma anche di conoscere e superare i propri limiti per crescere in armonia e serenità. Far parte del nostro gruppo scout, così come di qualsiasi altro gruppo, significa spesso poter contare su una seconda famiglia che ti è accanto quando ne hai bisogno, su educatori che come fratelli o sorelle maggiori ti sanno consigliare o correggere, ma soprattutto amare.
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