Grottammare ha messo a segno la quinta conquista consecutiva nell’ambito della mobilità sostenibile.
Il punteggio assegnato è indicato con il simbolo dei “bike smile” sulla bandiera gialla ComuniCiclabili che viene consegnata al Comune insieme al documento di valutazione in cui, oltre alle motivazioni, sono riportati i suggerimenti in merito a scelte da intraprendere e interventi da attuare per migliorare nel tempo il livello di ciclabilità già raggiunto. Ogni anno, infatti, FIAB verifica lo stato di tutti i Comuni in rete e rinnova il punteggio, adeguandolo ai passi compiuti dalla singola amministrazione.
Il Biciplan è un documento di settore che riguarda la mobilità ciclistica e fa parte degli strumenti di pianificazione di un territorio. Tiene quindi conto della realtà locale, prevedendo strategie ed interventi ad hoc, come la mappatura della rete ciclabile, la moderazione del traffico, l’individuazione e regolamentazione di spazi di sosta e biciparcheggio. Il percorso amministrativo che porterà alla sua formalizzazione è stato avviato nel corso del 2021.
“C’è in cantiere un progetto che sta andando avanti e siamo molto contenti perché alimenta il desiderio e la prospettiva di una pianificazione che andrà a completare i servizi per i cittadini ed i turisti che scelgono Grottammare – dichiara l’assessore alla Sostenibilità e Ambiente, Alessandra Biocca -. Ringrazio la Fiab, che garantisce al nostro percorso di crescita un supporto costante e attento. Il riconoscimento di Comune Ciclabile, nell’ambito della quinta edizione, indica che il lavoro fatto sulle piste ciclabili e quindi sulla mobilità sostenibile, oltre ad essere in linea con le politiche dell’Amministrazione, è proprio il caso di dirlo, ci sta portando sulla strada giusta. La bicicletta è anche un mezzo di inclusione sociale, come ha detto il presidente Fiab, anche perché è semplice, non è esosa e porta con sé un grande valore sociale perché è comunque fonte di connessione. Nella storia, è stato strumento di liberazione: pensiamo al ruolo che ha avuto nella Resistenza o per le donne, che grazie alla bicicletta hanno avuto un primo strumento di mobilità indipendente, ma anche al valore che ha assunto per la classe operaia. E’ da sempre stata una grande palestra per quello che oggi si chiama il ‘making’, cioè l’aggiustare e il conservare che oggi chiamiamo economia circolare: il saper aggiustare, recuperare e rimettere in circolo è fondamentale”.
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