- L'Ancora Online - https://www.ancoraonline.it -

FOTO Vescovo Carlo Bresciani: «Misericordia vuol dire riconoscere la dignità dell’altro»

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nella Cattedrale Madonna della Marina di San Benedetto del Tronto, venerdì 11 febbraio, si è celebrata la XXX Giornata mondiale del malato, dal titolo: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso».(Lc 6,36).

Dopo la recita del Santo Rosario il Vescovo Carlo Bresciani ha presieduto la Santa Messa. La celebrazione si è aperta con la lettura del brano del Vangelo di Luca in cui si racconta della visita di Maria alla cugina Elisabetta.

«Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Le parole del Vescovo Carlo Bresciani: “I bisogni dell’uomo sono tanti, ma quelli fisici non sono gli unici. Siamo qui raccolti in preghiera consapevoli che la nostra vita è nelle mani di Dio, ed ecco che imploriamo il Signore. Abbiamo bisogno di aprire i nostri occhi per andare nella giusta direzione. Fondamentale è la dignità dell’essere umano davanti a Dio. Ciascuno di noi ha una dignità che va al di là di qualsiasi condizione. Ciascuno di noi è più grande della malattia che porta con sé. Ma anche in una situazione di malessere fisico bisogna sempre riconoscere la dignità, proprio come insegna Dio, perché rappresenta un valore fondamentale della vita: da qui la misericordia di riconoscere la dignità dell’altro. Che non è una compassione, la malattia dell’altro è qualcos’altro che tocca anche noi stessi come sentimento di solidarietà. Proprio come fa Maria quando va a trovare Elisabetta, non appena ha saputo che aveva bisogno di aiuto. Entrambe aspettano un bambino e si aiutano a vicenda. Questo ci richiama alla condivisione della comprensione umana.

Quando andiamo a Lourdes possiamo ammirare quello che avviene, ovvero un  miracolo fatto da tante persone che ne aiutano altre. C’è un grande gesto di misericordia reciproca che si tocca con mano. È un imitare Maria che corre in soccorso e che lo sento come un suo stile di vita. E’ la grandezza della misericordia che Gesù manifesta nel Vangelo verso i bisognosi. Anche quando ci sentiamo impotenti di fronte alla malattia non lo siamo davanti a un gesto di amore, che solitamente è silenzioso. Non possiamo ridurre la misericordia a un gesto materiale. Sono tante le persone che negli ospedali, nelle case di cura oppure nelle proprie abitazioni si prendono cura di qualcuno che ha bisogno di assistenza. E questo significa fare comunità. Come dice il papa: “Maria aiutaci a fare comunità”, cioè a ritrovare il senso vero dell’essere insieme. Aiutarsi a crescere nell’amore, nel rispetto e nella solidarietà. Prendiamo ad esempio Maria. La Misericordia passa attraverso piccoli gesti. Quando impariamo a farci consolare da Dio allora sappiamo consolare il prossimo, così come una madre consolare il figlio. Proprio per questo associamo la Giornata del malato a Maria, che ha saputo consolare suo figlio nel momento più duro della sua vita, ai piedi della Croce. Chiediamo a Maria di fare un po’ come lei. Una consolazione per gli altri e per noi stessi»

La celebrazione si è conclusa con la processione “Aux Flambeaux” all’interno della chiesa Cattedrale Madonna della Marina.