“La riduzione degli oneri delle Messe, da farsi soltanto per causa giusta e necessaria, è riservata al vescovo diocesano e al moderatore supremo di un istituto di vita consacrata o di una società di vita apostolica clericali”. È quanto si legge nel Motu Proprio del Papa “Assegnare alcune competenze”, in vigore da ieri, a proposito delle possibili riduzioni del numero di Messe da celebrare rispetto alle intenzioni ricevute. “Il vescovo diocesano ha la facoltà di ridurre a causa della diminuzione dei redditi e fintantoché tale causa perduri, le Messe dei legati che sono autonomi, secondo l’elemosina legittimamente vigente in diocesi, purché non vi sia persona obbligata e che possa essere efficacemente coatta a provvedere all’aumento dell’elemosina”, dispone il Motu Proprio anche per i superiori degli istituti religiosi e i vescovi eparchiali. “La riduzione, il contenimento e la permuta delle volontà dei fedeli a favore di cause pie possono essere attuate soltanto per causa giusta e necessaria dall’Ordinario, uditi gli interessati e il proprio consiglio per gli affari economici e rispettata nel miglior modo possibile la volontà del fondatore”, l’altra raccomandazione del Motu Proprio: “nei rimanenti casi si deve ricorrere alla Sede Apostolica”.

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