SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si sono svolti ieri pomeriggio, alle ore 15:00, presso la Cattedrale di Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto, i funerali della piccola Emma Di Carlantonio, la bimba sambenedettese di due anni e mezzo morta all’Ospedale Regionale Salesi di Ancona Venerdì scorso alle 4:30 del mattino.
Alla Messa, presieduta dal vicario generale don Patrizio Spina, concelebrata da don Roberto Melone e servita dai diaconi Emanuele Imbrescia e Pietro Mazzocchi, ha partecipato una folla ingente, ma composta e silenziosa: presenti, oltre a molti amici e parenti, anche semplici conoscenti della famiglia, tra i quali l’assessore Gabrielli e l’ex sindaco Piunti.
Dopo la proclamazione del Vangelo da parte del diacono Pietro, don Patrizio, visibilmente commosso, ha parlato ai fedeli presenti citando un passo dell’evangelista Marco: “Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso.” E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro, li benediceva. Nulla da eccepire, Signore, sulla tua volontà di benedire i bambini e sul fatto che ai bambini appartiene il regno di Dio: solo che quei bambini, che tu Signore hai benedetto, poi sono tornati alle loro case … Eccoci quindi, Signore, con la nostra fatica: i genitori, i nonni e tanti tra noi non hanno più lacrime. E non ci sono parole, non abbiamo parole e forse nemmeno voglia di parlare, perché tanto Signore, sinceramente, a che ci porterebbe? Allora facciamo nostro lo sfogo della sorella di Lazzaro che abbiamo ascoltato nel Vangelo: Signore, se tu fossi stato qui, la tua risposta a Marta sono le tue lacrime e la tua forte commozione. Questo ci permette di associare tutte le nostre emozioni, le domande disperate e il bisogno di essere confortati dalle tue lacrime. Le tue lacrime Signore che si uniscono alle lacrime di questi giovani genitori: questo in silenzio guardiamo. E non c’è bisogno di altre parole. Dopo un po’, dopo aver pianto, tu fai una promessa a Marta che, come noi, sinceramente si è sfogata con te: “Se crederai vedrai la gloria di Dio.” Per credere, in questi momenti, c’è bisogno di un aiuto che è dato dalla presenza delicata e discreta di chi ti si mette accanto e, asciugandoti le lacrime, ti sussurra che il Signore Gesù ha preso tra le sue braccia Emma e, con lei in braccio , il Signore ti si farà presente nei modi e nei tempi che Lui solo conosce, per aiutarti ad attraversare questo deserto che è davanti a Te. E chi ti si metterà vicino questo ti ricorderà, ogni giorno, con la sua presenza, asciugandoti le lacrime nascoste dentro di te. Quindi Signore Gesù, tu che unisci le tue lacrime alle lacrime di chi vive lo straziante dolore di questo momento, dona di non dimenticare mai la tua promessa, quella che hai fatto a Marta e che noi abbiamo ascoltato: “Vedrai la gloria di Dio”. Questa promessa ci permetterà di guardare con uno sguardo nuovo la nostra vita, le persone, tutto ciò che ci circonda. E dire che ci permetterai di vedere sembra già un miracolo, perché per adesso ancora non vediamo. Allora, Signore, questi siamo noi, queste sono le nostre vite che rimettiamo a Te, con le nostre domande silenziose e con i cuori spezzati, ma desiderosi di chiedere a Te di vedere la gloria di Dio, di avere questo sguardo nuovo, per vedere Emma, tra le tue braccia, per sempre.”
Terminata la Messa, alcuni familiari hanno tratteggiato un ricordo della piccola Emma. Uno zio, in particolare, ha detto tra le lacrime: “Sono passati solo due anni e mezzo da quando sei nata e ci hai amato come nessuno avrebbe saputo fare. Ci facevi sorridere con le tue smorfie e con i tuoi discorsi che finivano sempre con un “Ok. Ciao”. Eri una forza della natura, fino all’ultimo istante.”
Dopo la celebrazione, la salma è stata trasportata a spalla fuori dalla Chiesa, dove il silenzio, che si avvertiva dentro fino a pochi minuti prima, è stato interrotto dalla voce potente di Irama e dalle note della sua canzone “Ovunque sarai”, le cui parole hanno inevitabilmente commosso tutti i presenti:
“Ovunque sarai, ovunque sarò,
in ogni gesto io ti cercherò.
Se non ci sarai, io lo capirò.
E nel silenzio io ti ascolterò.
Se sarò in terra, mi alzerai.
Se farà freddo, brucerai.
E lo so che mi puoi sentire,
dove ogni anima ha un colore
e ogni lacrima ha il tuo nome.
Se tornerai qui, se mai, lo sai,
che io ti aspetterò.
Ovunque sarai, ovunque sarò,
in ogni gesto io ti cercherò.
Se non ci sarai, io lo capirò.
E nel silenzio io ti ascolterò.”
La folla si è unita al canto triste, ma dolce, dei genitori, che si sono stretti in un ultimo abbraccio intorno alla bara in legno bianco, colma di scritte con cui i parenti stretti hanno voluto salutare la piccola. Mentre il feretro si faceva largo tra i fedeli presenti, colombe e palloncini bianchi hanno preso il volo verso il cielo azzurro. Ad omaggiare la piccola Emma anche uno striscione rossoblu: “Tu che sei nata dove c’è sempre il sole, riposa in pace”. Lunghi e ripetuti applausi hanno salutato la piccola Emma che – lo ricordiamo – lascia il papà Matteo e la mamma Sofia, oltre a tante persone che le hanno voluto bene.
Impossibile non udire il pianto inconsolabile di molte persone presenti. Mentre la bara veniva sistemata nell’auto, un bimba accanto a me – che poi ho scoperto chiamarsi Lucrezia ed avere otto anni – ha chiesto alla sua giovane madre: “Mamma, ma è vero che Emma ci vede ed è felice?” La donna, tra le lacrime, le ha risposto: “Si, certo. Lei vede tutto.” La bimba allora si è girata verso la madre e le ha detto: “Ma allora perché piangete?!” Già. Perché? Dai bambini arrivano sempre le verità, anche quelle più dure da comprendere, come in questo caso.