Gigliola Alfaro
Al 21 febbraio sono state presentate 2.280.705 domande di assegno unico per un totale di 3.801.040 figli. A fornire i dati è l’Inps, che precisa che a partire dal mese di marzo cesseranno le prestazioni attualmente erogate in busta paga o con la pensione per il nucleo familiare e le detrazioni fiscali relative. Coloro che presenteranno la domanda entro il 28 febbraio potranno ricevere l’assegno già a partire dalla seconda metà del mese di marzo, per le domande inoltrate entro il 30 giugno saranno riconosciuti gli arretrati a partire dal mese di marzo, mentre per quelle presentate dopo tale data l’assegno spetterà dal mese successivo a quello della domanda. La domanda può essere presentata attraverso il sito internet Inps (con accesso diretto al servizio in evidenza tramite Spid, Carta di identità elettronica 3.0-Cie o Carta nazionale dei servizi-Cns); il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico); gli enti di patronato. “Fare la richiesta dell’assegno unico subito”: questo l’appello che il presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, Gigi De Palo, lancia, attraverso il Sir, a tutte le famiglie. “È vero – precisa – che fino a giugno sarà retroattivo, ma è anche vero che chi ora sta facendo affidamento sugli assegni al nucleo familiare mensilmente per pagare la rata dell’auto, l’apparecchio per i denti, un pezzo del mutuo, se non fa la richiesta rischia di trovarsi da un mese all’altro senza questi assegni, trovandosi in difficoltà. L’assegno unico non è partito il 1° gennaio, ma parte il 1° marzo proprio per permettere questa transizione”.
Cosa succederà dal 1° marzo?
Da quella data salteranno sia gli assegni al nucleo familiare sia le detrazioni sia i vari bonus che c’erano precedentemente. Adesso è il momento di fare la richiesta, altrimenti ci saranno dei ritardi nella gestione della pratica e, magari, salteranno dei mesi. Ribadisco:
chi fa affidamento sull’assegno è bene che faccia subito la richiesta.
C’è un’altra operazione importante da fare dopo la richiesta dell’assegno unico sul portale dell’Inps, cioè presentare l’Isee, perché l’Inps andrà a riconoscere, per chi ancora non ha l’Isee, i 50 euro canonici che spettano a chi ha un Isee più elevato, pari oppure oltre i 40mila euro. Solo dopo che si è presentato l’Isee, l’Inps avrà dei dati certi e da quel momento calcolerà la vera cifra dell’assegno. Facciamo un esempio concreto: se una famiglia, con tre figli, ha una situazione economica per la quale gli spettano 110 euro a figlio, complessivamente 330 euro mensili, ma non produce l’Isee riceverà 150 euro mensili, fermo restando che i soldi percepiti in meno in mancanza di Isee la famiglia li prenderà a conguaglio l’anno prossimo.Di qui la raccomandazione alle famiglie, alla fine dei due mesi di tempo che hanno avuto per presentare la domanda e fare l’Isee, di velocizzare la richiesta e di perfezionarla con l’Isee.
Quante famiglia hanno richiesto per ora l’assegno unico?
Al momento hanno fatto la richiesta dell’assegno unico poco più di due milioni di famiglie su 7,4 milioni che possono esserne beneficiarie.
Questo dimostra che c’è un po’ di ritardo da parte delle famiglie.
Come Forum avete promosso delle iniziative per far conoscere l’assegno e come si fa richiesta?
Innanzitutto, abbiamo rivolto una comunicazione mirata alle associazioni affinché avvisino tutti gli aderenti, i loro tesserati, le loro famiglie circa la scadenza. Poi ogni giovedì stiamo organizzando una diretta sulla pagina Facebook del Forum delle associazioni familiari, durante la quale rispondiamo alle domande che ci stanno arrivando dal 1° gennaio sull’assegno unico, insieme a tante richieste di aiuto su situazioni poco chiare. Quindi,da una parte, rispondiamo alle domande; dall’altra, abbiamo raccolto le sollecitazioni e criticità che emergono e stiamo preparando un dossier che manderemo, in questi giorni, alla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e all’Inps.Si tratta di situazioni paradigmatiche dove mostreremo che alcune famiglie andranno a perderci anche se hanno una situazione assolutamente normale. Alcuni dati molto interessanti, segnalati dal Mef in queste ore relativi alle cifre, fanno emergere che su un totale di 7,4 milioni di nuclei familiari 4,6 milioni, cioè il 65% della platea, registreranno un incremento del loro reddito grazie all’assegno unico. Sempre secondo il Mef, si tratta di 1.600 euro annui in più rispetto al passato; per le famiglie più vulnerabili si parla di un incremento di 1.900 euro annui. Come Forum monitoreremo e verificheremo se poi effettivamente dal 1° marzo avverrà questo.
Ad esempio, quale tipo di difficoltà sono state riscontrate?
Porto il mio esempio. Una famiglia, che ha un figlio disabile in casa, sta mettendo da parte gli assegni di invalidità per il futuro del figlio, perché al momento può gestire il presente, ma non sa se un domani emergeranno criticità legate alla scuola, allo sport, ad altro. Un atteggiamento che dovrebbe essere premiato perché la famiglia si pone come ammortizzatore sociale naturale: invece, queste risorse, pur essendo legate a un bimbo disabile, fanno cumulo con i redditi. In pratica, l’Isee si alza, abbassando, di conseguenza, l’assegno unico. Paradossalmente, avere un figlio disabile e mettere da parte delle risorse per il suo futuro pregiudica negativamente l’assegno unico. Altre criticità riguardano le famiglie affidatarie e quelle separate. Un’ulteriore criticità è di dover presentare ogni anno la richiesta, l’Isee, quindi di dover rifare tutta la trafila burocratica, a cui si aggiunge il fatto che tutti i dossier di spiegazione dell’assegno unico sono lunghi quasi 50 pagine.
Tutto ciò dimostra che una misura che doveva semplificare forse non sta semplificando tutto, anche pensando alle attuali difficoltà che viviamo sul fronte della natalità.
Dico un paradosso: l’assegno unico dovrebbe essere portato, insieme a un mazzo di fiori, da messi del governo o impiegati dell’Inps direttamente alle mamme negli ospedali quando partoriscono, in modo che queste ultime dovrebbero mettere solo una firma.