(Foto Vatican Media/SIR)

“Al giorno d’oggi, specialmente nel mondo digitale, le parole corrono veloci; ma troppe veicolano rabbia e aggressività, alimentano notizie false e approfittano delle paure collettive per propagare idee distorte”.

A denunciarlo è stato il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha lamentato che a volte “prestiamo poca attenzione alle nostre parole e le usiamo in modo superficiale. Ma le parole hanno un peso: ci permettono di esprimere pensieri e sentimenti, di dare voce alle paure che abbiamo e ai progetti che intendiamo realizzare, di benedire Dio e gli altri”. “Purtroppo, però, con la lingua possiamo anche alimentare pregiudizi, alzare barriere, aggredire e perfino distruggere i fratelli”, il monito di Francesco: “il pettegolezzo ferisce e la calunnia può essere più tagliente di un coltello!”. “Abusare della parola equivale a disprezzare l’essere umano”, la citazione delle parole di “un diplomatico, che fu il segretario dell’Onu e vinse il Nobel per la pace”. “Domandiamoci che genere di parole utilizziamo”, l’invito del Papa: “parole che esprimono attenzione, rispetto, comprensione, vicinanza, compassione, oppure parole che mirano principalmente a farci belli davanti agli altri? E poi, parliamo con mitezza o inquiniamo il mondo spargendo veleni: criticando, lamentandoci, alimentando l’aggressività diffusa?”.

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