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Emergenza Ucraina, Caritas Diocesana: “Non organizzare nessun tipo di raccolta di materiale. Non è molto logico inviare materiale da qui”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Emergenza Ucraina, pubblichiamo la nota della Caritas Diocesana di San Benedetto del Tronto.

Condividiamo le indicazioni avute nell’incontro con Caritas italiana del 1 marzo 2022 circa l’emergenza Ucraina.

  1. C’è stato un invito alla corresponsabilità e al coordinamento. Non è stata indetta una colletta nazionale: c’è per ora una raccolta di fondi della rete Caritas per sostenere Caritas Ucraina e le Caritas nazionali impegnate nell’accoglienza dei profughi. La situazione è molta complessa ed è necessario non farsi prendere dalla fretta e coordinarsi per fare bene la Carità.
  2. Le due Caritas ucraine, che fanno riferimento alla Chiesa cattolica latina e alla Chiesa greco cattolica, sono sul posto e sono operative anche sulla frontiera polacca. In questo momento stanno offrendo aiuti circa i beni di prima necessità, il trasporto delle persone dai luoghi di guerra e supporto psicologico alle tante persone chiuse in casa.
  3. Circa l’accoglienza già alcune famiglie sono arrivate in Italia in autonomia e si presume che nei prossimi giorni aumenteranno. Sono presenti nel nostro paese 250.000 ucraini. La situazione è in evoluzione. Molte persone stanno trovando accoglienza nei paesi vicini che quasi certamente chiederanno una ridistribuzione (l’Italia dovrebbe accogliere il 13%). La legge consente di riconoscere a queste persone un permesso di protezione temporanea. Si apre anche la questione sanitaria in quanto siamo ancora in tempo di pandemia. Questo significa prevedere e prevenire in quanto i vaccinati in Ucraina sono circa il 20/30 % per cui è necessario fare tamponi e verificare la vaccinazione. Occorre accordarsi con le aziende sanitarie locali. L’accoglienza avverrà nei CAS (si prevede 10.000 posti in più) e i SAE (3.000) oltre quella spontanea. Un aspetto sul quale la comunità cristiana può fare la differenza è l’accompagnamento, facendo sentire la vicinanza che è un bene per chi arriva e per chi accoglie.
  4. Per quanto riguarda la raccolta di materiale vario in questo momento Caritas italiana invita a non organizzare nessun tipo di raccolta. Purtroppo alcune realtà usano impropriamente il logo Caritas che può creare confusione. Non è molto logico inviare materiale da qui, quando si possono acquistare sul posto o nei paesi limitrofi. Occorre comunque non farsi prendere dall’emotività e dalla fretta, ma coordinarsi con le Caritas che operano sul posto ed essere molto attenti perché nei pacchi si può mettere di tutto e si può raccogliere cose non necessarie. Occorre essere attenti anche alla parte burocratica.
  5. La spontaneità spesso non porta nulla di buono. Per cui è necessario lavorare in rete nella chiesa e con le istituzioni. Circa le richieste di aiuti e di raccolte occorre capire bene quali sono i canali che vengono utilizzati e come questo materiale potrà arrivare. La Caritas è in attesa delle richieste delle Caritas impegnate sul territorio di guerra.

 

 

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