“I documenti conservati nel Fondo Marega sono fondamentali per ricostruire la storia del cristianesimo nipponico. Ma la loro valenza storica va ben al di là di questo quadro. La documentazione prodotta costituisce un variegato ritratto della società giapponese in epoca premoderna”.
Lo ha detto il card. José Tolentino de Mendonça, bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa, presentando ieri in sala stampa vaticana la storia dell’evangelizzazione del Giappone, attraverso I “documenti Marega” della Biblioteca Apostolica Vaticana, antichi documenti giapponesi risalenti al periodo delle persecuzioni dei cristiani giapponesi durante il periodo Edo, tra il 1603 3 1868, a partire da quando, spodestato di fatto l’imperatore, lo shogun Tokugawa prese il pieno potere nel paese del Sol Levante e nel 1612 promulgò il Kinkyo-rei, il bando del Cristianesimo dal Giappone. “I casi della storia hanno voluto che il più grande archivio feudale conservato fuori dal Giappone sia oggi custodito qui in Biblioteca”, ha spiegato il cardinale: “A partire da queste carte, raccolte negli anni Trenta del secolo scorso dal salesiano Mario Marega, ha preso avvio, a far data dal 2013, il maggiore progetto di cooperazione culturale intrapreso dalla Biblioteca in anni recenti. Questo progetto ha visto la Biblioteca e il giapponese National Institute for the Humanities intraprendere lo studio, il restauro e la catalogazione di migliaia di documenti (circa 14.000), con decine di ricercatori giapponesi che annualmente hanno trascorso lunghi periodi di soggiorno nei locali della Biblioteca”. “Il progetto Marega riguarda una storia antica del cristianesimo in Giappone e una storia moderna di ritrovamenti e riscoperte, a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, quando il salesiano Mario Marega raccolse molti documenti che erano a rischio di dispersione, per poi inviarli a Roma”, ha detto mons. Cesare Pasini, prefetto della Biblioteca apostolica vaticana: “Nel 2013 si giunse così a definire un progetto congiunto fra la Biblioteca Vaticana e, per il Giappone. Il progetto prevedeva la riorganizzazione del materiale, la sua conservazione e il restauro di una parte di esso a causa delle precarie condizioni quando fu raccolto da Marega, la digitalizzazione integrale ad alta definizione nell’ambito del progetto di digitalizzazione degli ottantamila manoscritti della Vaticana, lo studio e la catalogazione dei documenti e l’approntamento di un database che permettesse l’accesso ai singoli documenti e a una loro descrizione”.
“Il progetto è ora compiuto”, ha annunciato Pasini: “Ma non stiamo chiudendo: iniziano ora le ricerche e gli studi sui documenti resi disponibili a tutti e continuano i contatti così costruttivi con le Istituzioni giapponesi. Lavorando insieme su documenti che testimoniano una persecuzione durata due secoli e mezzo, si è potuto costruire un’esperienza comune, che si è concretizzata in uno scambio di competenze e che si è ampliata e approfondita in una conoscenza e stima reciproca. Amiamo esprimere questa positiva realtà sotto il nome di diplomazia della cultura: la cultura infatti permette di intessere relazioni e di trattare con finezza e accuratezza anche le questioni più delicate o spinose. Anche là dove la storia avesse procurato ferite o conosciuto contrasti o contrapposto gli uni agli altri, possiamo costruire comprensione e accoglienza, armonia e rispetto, ricercando e indagando, spiegando e contestualizzando, facendo memoria rispettosa di tutti e di tutto. E conosciamo ancora meglio la vita dei popoli. Un messaggio non casuale, men che meno ora”.