“In un momento così critico per l’umanità” l’idea del bene comune “è messa alla prova”.
Lo ha detto Papa Francesco, presiedendo l’inaugurazione del 93° Anno giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, alla presenza del presidente del Tribunale, del promotore di giustizia, degli officiali, degli avvocati, dei collaboratori del Tribunale e del presidente del Consiglio dei ministri del Governo italiano, Mario Draghi. Soffermandosi sul percorso sinodale in corso nella Chiesa, il Pontefice ha osservato: “La sinodalità interpella anche l’ambito giudiziario” e “implica anzitutto il camminare insieme”. Nelle vicende giudiziarie ciò significa che “tutti i partecipanti al processo, pur nella necessaria diversità dei ruoli e degli interessi, sono chiamati a concorrere all’accertamento della verità tramite il contraddittorio, il confronto degli argomenti e l’accurato esame delle prove”. Questo camminare insieme, ha sottolineato ancora Francesco, richiede “un esercizio di ascolto”. “Nell’attività giudiziale è richiesto ai magistrati un esercizio costante di ascolto onesto di quanto viene argomentato e dimostrato dalle parti, senza pregiudizi o precomprensioni nei loro confronti. Con la stessa disponibilità all’ascolto, che richiede tempo e pazienza, ogni membro del collegio giudicante deve aprirsi alle ragioni presentate dagli altri membri, per arrivare a un giudizio ponderato e condiviso. Ascoltare tutti”. Secondo il Papa, “un serio e paziente lavoro di discernimento rimane pertanto imprescindibile per arrivare all’esito di una sentenza giusta”.