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Ucraina: don Semenkov (Kharkiv), “in città senza acqua, luce e gas”

(Foto ANSA/SIR)

“Ogni momento stanno buttando le bombe, la città è distrutta. Per fortuna la curia non è stata più colpita così come le altre chiese. Una bomba però è caduta vicino alla sinagoga. In città non c’è acqua, né gas né luce. Sono uscito proprio ora per una commissione e ho visto file lunghissime di persone sia ai supermercati dove fanno entrate in maniera scaglionata sia alle farmacie”. E’ il drammatico racconto raccolto questa mattina dal Sir dalla città di Kharkiv, di don Grygoriy Semenkov, cancelliere della diocesi latina di Kharkiv. “In questo momento – dice – non ci sono militari russi dentro la città ma ci sono continui bombardamenti aerei. Per questo chiediamo il rispetto dei corridoi verdi per consentire sicurezza alle persone e l’arrivo degli aiuti umanitari ma soprattutto la protezione dei cieli, decidendo una no fly zone sull’Ucraina in modo da far cessare il prima possibile gli attacchi aerei sulle città”. Le grande emergenza in città sono soprattutto  “gli anziani rimasti soli nelle case che non possono uscire. Sono quindi queste le telefonate che riceviamo in curia. Ieri ci hanno chiamato per dirci che una signora anziana di 80 anni che abita in un palazzo vicino a noi, era bloccata in casa a causa di un dolore alla gamba. Siamo quindi andati da lei per portarle cibo e medicine”. La curia cattolica è diventata un centro di smistamento degli aiuti e un centro servizi. Medicine, cibo, preparazione di pasti per i militari. Un punto di riferimento per la città con continue richieste di auto, telefonate, interventi. Per fortuna, è tornato il direttore Caritas dopo aver accompagnato un gruppo di donne con bambini in un posto sicuro fuori dalla città. Gli aiuti umanitari arrivano. “Oggi, per esempio, li stiamo aspettando con l’arrivo di un treno”, conferma don Semenkov, “e il vescovo sta cercando persone che possano andare alla stazione per prendere questi aiuti e portarli negli ospedali. Il problema è anche capire dove trovare un posto sicuro ma anche agibile per mettere i pacchi che arrivano. Stiamo provando a capire se possiamo portarli nel teatro della città ma anche il teatro non ha più porte e finestre”.