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CSI, Antonio Benigni: “Il CSI è per tutti. Lo sport come momento di educazione, crescita, impegno e aggregazione sociale”

DIOCESI –  Prosegue il nostro viaggio alla conoscenza dei gruppi, movimenti e associazioni che fanno parte della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto Marche. Questa settimana abbiamo intervistato Antonio Benigni presidente del CSI, Centro Sportivo Italiano. 

Presidente quando nasce il Centro Sportivo Italiano?
Il Centro Sportivo Italiano è la più antica associazione polisportiva attiva in Italia. La sua fondazione risale al 1944, su iniziativa della Gioventù italiana di Azione Cattolica. Idealmente volendo proseguire l’esperienza della Federazione delle associazioni sportive cattoliche italiane (FASCI), creata il 23 agosto del 1906 ad Oropa, dal politico cattolico Mario Gabrielli Conte di Carpegna, il quale, dieci anni dopo fondò anche l’ASCI, antesignana dell’AGESCI, primo movimento di scoutismo cattolico in Italia. Il 5 gennaio 1944, la Direzione generale dell’Azione Cattolica approvò la proposta del professor Luigi Gedda, di intraprendere la costituzione di un organismo specializzato per lo sport, con la denominazione di CSI, Centro Sportivo Italiano. Pur dichiarandosi quale prosecuzione ideale della FASCI, la stessa nuova denominazione, nei confronti della precedente, voleva indicare una precisa apertura apostolica verso tutta la gioventù italiana e non più limitarsi alle sole associazioni sportive cattoliche. Nella primavera una apposita commissione, installata dalla Presidenza centrale dell’Azione Cattolica, redige una bozza di statuto e di regolamento organico. Nell’autunno del 1944 viene approvato il primo Statuto del CSI, che pone a fondamento dell’azione associativa il fine di “sviluppare le attività sportive ed agonistiche guardando ad esse con spirito cristiano, e cioè come ad un valido mezzo di salvaguardia morale e di perfezionamento psicofisico dell’individuo”: questo sport dalla forte valenza educativa va esteso al “maggior numero possibile di individui”. È il principio cardine dell’Associazione: il CSI è promosso da cristiani, ma è aperto a tutti e collabora con quanti si impegnano per uno sport a servizio dell’uomo.

Il CSI ha poi ricevuto importanti riconoscimenti da parte del CONI.
Esattamente, da quel giorno sino ad oggi molti sono stati i riconoscimenti del CSI, da parte del CONI come ente di promozione sportiva, da parte del Ministero dell’Interno come ente con finalità assistenziali. È riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione quale ente accreditato per la formazione del personale della scuola. Ha un protocollo d’intesa con il Ministero della Giustizia per la promozione di attività di reinserimento e inclusione sociale destinate ai minori gravitanti nell’area penale esterna. È ente accreditato in prima classe dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, fa parte della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali (Cnal) Rappresenta l’Italia in campo internazionale in seno alla Fédération Internationale Catholique d’Education Physique et Sportive (Ficep), per arrivare ad oggi con l’ingresso nel RUNTS (registro Unico del Terzo Settore) è stato accreditato come Rete del Terzo Settore.

Per quanto riguarda la nostra realtà può darci qualche numero?
Sul territorio provinciale il CSI, già nel 1969, muoveva i primi passi, soprattutto in ambito parrocchiale. Ad oggi sul territorio conta circa 60 di società per un totale di 7mila aderenti. Nella Diocesi di San Benedetto è presente dal 1979 circa e, considerando l’attuale periodo storico in cui viviamo, conta circa 30 società aderenti, tra cui almeno 10 Parrocchie, per un totale di circa 3.000 persone.  Il CSI è per tutti, nessuno escluso, poiché ad ognuno il suo sport. In buona sostanza chi aderisce al CSI non “veste una divisa esclusiva” ma rappresenta uno stile di fare e far fare sport che ha nella sua mission la promozione di una visione di sport come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, ispirandosi alla visione cristiana dell’uomo, di conseguenza chi vi aderisce spesso è impegnato anche in altre realtà con finalità di servizio all’interno della nostra Diocesi.

Quali sono i progetti che portate avanti come CSI?
Attualmente l’Associazione, oltre che in attività istituzionali quali Tornei e Campionati per tutte le fasce di età, è impegnata anche nella promozione ed organizzazione di progetti come “Il mio Campo Libero” destinato ai detenuti presenti presso l’Istituto Penitenziario Marino del Tronto, la proposta estiva “EstateCsi” da giugno fino a settembre per tutti i bambini dai 3 ai 14 anni, “Sport &Go” destinato agli Under 10 e Under 12, un percorso formativo di attività sportiva promosso dalle società sportive affiliate, “Scuola in Movimento” un progetto per la scuola primaria finalizzato a migliorare l’apprendimento con l’attività motoria, “E’ solo un Gioco” un progetto sulla psicomotricità destinato alla scuola materna.

In conclusione diamo pure qualche riferimento per chi desidera entrare a far parte della vostra realtà.
L’associazione, grazie all’opera dei suoi volontari, si è dotata di un sito www.csi-ap.it e di una pagina Facebook nei quali è possibile recuperare tutte le info utili sulle attività e soprattutto sulle società dove è possibile fare sport.

Luigina Pezzoli: