“Oggi, le nostre istituzioni o opere di carità, nate e cresciute in tempi lontani, si trovano tutte ad un bivio: o riescono a tener viva, in mezzo ai mutamenti, l’ispirazione religiosa ed evangelica originaria, oppure rischiano di perdere il loro sapore, il loro senso, la loro ragion d’essere più vera e profonda”. Ne è convinto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che nell’omelia della Messa celebrata nella chiesa romana di San Salvatore in Lauro per l’avvio del percorso “RigenerAzione – il Sinodo delle Misericordie”, promosso dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. celebrata questa sera nella basilica romana di San Salvatore in Lauro, ha fatto notare che il futuro delle Misericordie sarà “tanto più fecondo e più bello, nella misura in cui sapranno ancorarsi alle loro radici”. “La Misericordia non mette insieme le persone solo per delle azioni buone o per motivi di aggregazione umana”, il monito del cardinale: “Essa è molto di più: vuol essere una grande palestra ed esperienza di carità, basata sulla fede e sulla fratellanza cristiana e animata dalla formazione e dalla preghiera”. “Le questioni organizzative ed economiche, la preoccupazione di stare al passo con i cambiamenti e i problemi della società contemporanea, il diffuso secolarismo, che insidia ogni ambiente, costituiscono un pericolo di non poco conto per l’effettiva e piena testimonianza della vita e dell’attività delle Misericordie”, la tesi del presidente della Cei, secondo il quale “nessuno di noi può dirsi immune dalla tentazione dei compromessi di questo mondo, dalla tentazione di preferire – magari a fin di bene – il successo alla coerenza, la quantità alla qualità”.
0 commenti