Rubrica Storie di cibo di Stefano Nico
MONTELPARO – Montelparo, è un comune dell’entroterra Fermano con una popolazione di circa 800 abitanti. Il centro abitato ricopre parte di un colle che si eleva a 588 metri sul mare, tra la zona sorgentifera del fiume Ete vivo e il fiume Aso.
La tradizione del baccalà a Montelparo si tramanda dal 1703, quando i Frati Agostiniani offrirono ai paesani piatti di baccalà come ricompensa per aver contribuito alla ricostruzione di una parte di monastero crollata in seguito a scosse di terremoto.
Il “Coppu” di Montelparo, piccolo borgo della Valdaso sopra un’altura nell’entroterra fermano, è un piatto a base di baccalà, preparato a metà gennaio in occasione della Festa di Sant’Antonio Abate, santo protettore degli animali.
Da più di trecento anni, la festa di Sant’Antonio è accompagnata dalla Festa del Baccalà che richiama a Montelparo migliaia e migliaia di persone che si ritrovano a mangiare in compagnia nei locali allestiti dal comune.
E ancora oggi il paese conserva gelosamente quella ricetta come legame con i padri agostiniani: il baccalà bianco condito con olio, prezzemolo, aglio e pepe nero, è il sapere che i “festaroli”, i membri del comitato organizzatore della manifestazione, custodiscono e si tramandano di generazione in generazione.
Ad ogni persona veniva data una porzione che doveva pesare quanto un Coppo (una tegola). Quando i frati dovettero lasciare il convento tramandarono la tradizione della cottura di questo pesce solamente agli uomini poiché alle donne era vietato l’accesso al convento. È così negli anni si formò il comitato festeggiamenti che oggi porta avanti la tradizione.
Anche se quest’anno non si è potuto effettuare la manifestazione per motivi legati alla pandemia, c’è chi ancora nei giorni di festa, all’interno delle proprie case, dal 17 al 19 gennaio, prepara questa prelibatezza espandendo questo delizioso profumino in tutto il centro storico.
La domanda che ci siamo posti, parlando con Iolanda, paesana di Montelparo, sul perché il “copppu” è così buono e cosa lo caratterizza, ci ha risposto così:
“La qualità è alta e c’è grande fermento già dal mese precedente nella ricerca della materia prima, la preparazione non ha nulla di speciale, tranne la freddatura immediata dopo aver fatto bollire il baccalà. Una volta lessato condito con olio, aglio e pepe… ma vuoi sapere una verità? La cosa più bella, in tutti questi anni che mi ha visto in prima linea, è vedere come tutto il paese si unisce, legandosi l’un l’altro per far conoscere i valori del nostro paese”.
Una curiosità da sapere, che proprio in cima al paese di Montelparo, sorge il Museo degli Antichi Mestieri Ambulanti dove poter trovare una collezione di biciclette d’epoca provenienti da tutta Italia, attrezzata per svolgere ogni tipologia di lavoro. Tra le più suggestive la bicicletta del birraio, con tanto di spine e bancone.
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